A Roma, chi si becca del 'Cacini' è perchè lo si ritiene unanimemente uno sbruffone, un millantatore, uno che si crede chissà chi...insomma Salvini, Bullo-Salvini, detto anche il' Nero'.
Chiude ed apre porti, e se lo fa il premier Conte o il ministro 'macchietta' Toninelli o la soldatessa ministra Trenta, dichiara che non ne hanno diritto, e che spetta a lui garantire sicurezza, difendere i confini: spetta solo a lui. E per questo vuole emanare decreti quasi giornalieri che cambino totalmente le regole democratiche e le competenze.
Non gli sta bene Fazio - ma solo perchè fa controinformazione nei riguardi di Cacini-Savini- meno per i soldi che comunque sono tanti? Lui chiama la sua direttrice di fiducia, De Santis, e fa tagliare tre delle ultime puntate della sua trasmissione del lunedì.
A voler essere precisi, alla Rai l'assalto Cacini-Salvini l'ha fatto già da mesi, prima con la farsa della elezione di Foa alla presidenza, rimesso da lui in pista anche dopo la bocciatura della Commissione di Vigilanza; poi con l'occupazione di poltrone, equamente divise con il socio Di Maio; ed ora anche con l'approdo dell'ex parlamentare, poi giornalista, poi ballerina a presentatrice di 'Linea verde' estate -ha imparato al dicastero dell'Agricoltura - parliamo di Nunzia De Girolamo, che dopo aver fatto il giro di tutti i partiti italiani, fermandosi di volta in volta, ma sempre per un periodo determinato in quello che gli garantiva un avvenire, un ministero od altro, s'è gettata nelle braccia di Cacini-Salvini, che gli ha, in cambio, trovato lavoro. Nunzia De Girolamo va pericolosamente ricalcando le orme di Irene Pivetti che da Presidente della Camera - che ancora si ricorda quasi esclusivamente per le sue mise acconcie, foulard incluso - si fece soubrette, ballerina, poi opinionista ed ora di nuovo candidata per le Europee nel partito che ne ha favorito il rientro.
Ora, Cacini-Salvini, che in vita sua non ha mai letto neanche due libri, essendosi fermato ad uno - che era poi il sussidiario delle elementari - mette bocca anche sul Salone del Libro di Torino, da dove vuole che sloggi a gambe levate il direttore Lagioia, sapete perchè? Non ha consentito agli amici fascisti - si fascisti!- di Casapound di esporre la propria merce. Per nostra fortuna, Cacini-Salvini ogni tanto incontra sulla sua strada qualcuno che gli mette il bastone fra le ruote - solo fra le ruote, a differenza del suo amico editore che si è visto spesso con il bastone fra le mani, ma per suonarle ai suoi avversari - e che, nel caso di Torino, sono in due: Appendino e Chiamparino, al quale auguriamo di essere rieletto.
Ma non è che con questo Salvini la smetterà di fare Cacini.
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