sabato 11 maggio 2019

CRISI di GOVERNO dopo le EUROPEE?

Fino alle Europee sarà una guerra di posizione nella maggioranza, con il Movimento 5 stelle e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che intendono porre dei 'paletti' a Matteo Salvini. Anche dopo le Europee, perché - riferiscono fonti di governo M5s - è possibile un aggiornamento del contratto per trovare "un punto di equilibrio" tra le due forze che hanno sottoscritto il patto, ma i punti del programma non si cambiano, "ogni cosa andrà concordata".

E qualora il vicepremier leghista dovesse chiedere un rimpasto allora - sottolineano le stesse fonti - sarebbe crisi di governo. Ma i 'paletti' sono soprattutto sul percorso da qui al 26 maggio. A cominciare dal decreto sicurezza bis (Repubblica) annunciato dal ministro dell'Interno. "È una mossa della disperazione perché non sa come giustificare il suo fallimento", la reazione dei pentastellati che sottolineano come il provvedimento incontrerebbe le perplessità anche del Quirinale. Ma anche a palazzo Chigi l'annuncio del responsabile del Viminale sarebbe stato accolto come una provocazione.

Per di più, riunioni del Consiglio dei ministri non sono state fissate e qualora ci fossero non dovrebbero varare né l'autonomia né un nuovo dl sicurezza. Per Di Maio insomma Salvini "deve stare attento a non perdere la testa". Le scorie del 'caso Siri' ("Salvini l'ha presa sul personale", afferma il ministro del Lavoro e dello Sviluppo) non sono affatto cancellate, con il partito di via Bellerio intenzionato a non fare sconti sui temi da portare avanti.

Lotta alla cannabis, flat tax, autonomia: sarà un pressing crescente quello del Carroccio. "Andiamo avanti per la nostra strada", ha spiegato il segretario del partito di via Bellerio ai suoi, alla ricerca anche di altre battaglie da intestarsi. Tuttavia anche nella sede del governo la lettura che viene fornita è che il vicepremier leghista stia reagendo sul fronte dell'immigrazione per recuperare i consensi persi sul 'caso Siri'.

Pesa inoltre l'ombra di nuove inchieste giudiziarie. "Succedono cose strane", osserva il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giorgetti. M5s sulle inchieste ha tirato il freno, per ora non intende chiamare in causa il governatore della Lombardia, Fontana, preferisce evitare "la gogna mediatica" e far emergere che non c'è alcuna linea giustizialista.

Certo, per Di Maio la battaglia sulla corruzione - spiegano fonti autorevoli M5s - "è un punto di non ritorno". E anche se non si mira all'accanimento, cosi' viene fatto osservare, è pur vero che c'è imbarazzo per l'accostamento che viene fatto tra alcuni personaggi - leggi l'ex dem Genovese - e il partito di via Bellerio.

M5s è convinto di spuntarla a Caltanissetta - domenica si gioca il ballottaggio - forte del recupero nei sondaggi ed eviterà di surriscaldare il clima ancor di più in Sicilia. Ma a livello territoriale la Lega ha un approccio opposto a quello del Movimento 5 stelle, viene fatto osservare. Ovvero sembra Forza Italia.

I fronti aperti nella maggioranza aumentano ogni giorno di più, con la Lega che non è disposta ad arretrare in alcun modo e anzi dopo le Europee è pronta a rilanciare e eventualmente anche a rompere. Sarà ovviamente decisivo l'esito del voto e sarà determinante capire come evolverà il rapporto tra il premier Conte e Salvini. "Sono io a guidare il governo, che comandi Salvini è un'illusione ottica", ha spiegato il presidente del Consiglio che in ogni caso ha tenuto a precisare di interloquire continuamente con il suo vicepremier. Ma il nuovo dl sicurezza è destinato a creare nuove fibrillazioni, perché - questa la tesi che sottolineano fonti di governo - in questo modo Salvini sta esagerando.

"Salvini - attaccano pure dal Movimento 5 stelle - si spinge sempre più su temi estremisti". 

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