Il Mezzogiorno d’Italia brucia. Ogni giorno sono migliaia gli ettari che vanno letteralmente in fumo e, molto spesso, è la mano dell’uomo a fare la "prima mossa". Ultimo in ordine di tempo l’Aspromonte. Dalla Calabria alla Sardegna, dal Molise alla Romagna, dalla Puglia alla Sicilia e all’Umbria è comunque mezza Italia a combattere con le fiamme e si guarda con timore alle previsioni di questa settimana, la più calda dell’anno, arrostita dalle temperature infernali dell’anticiclone subtropicale africano Lucifero. Ogni giorno sono migliaia gli ettari che vanno in fumo.
Ferito dunque l’Aspromonte che nei giorni scorsi ha tra l’altro contato due vittime, zia e nipote, uccisi dal fumo e fuoco mentre tentavano di mettere al sicuro un proprio uliveto. Ieri il bilancio parlava di nove roghi, due più preoccupanti degli altri: uno a Roccaforte del Greco e l’altro a San Luca, dove l’incendio ha minacciato la faggeta del Parco nazionale d’Aspromonte, patrimonio dell’Unesco. Si è cercato di difendere le Foreste vetuste. Un attacco su più fronti, al quale non è possibile rispondere adeguatamente da soli.
Da qui la decisione dei Vigili del fuoco di assegnare due moduli antincendio a Reggio Calabria, provenienti dall’Emilia Romagna. Si tratta di elementi della colonna mobile dei pompieri, inviati dalla direzione centrale per l’emergenza, composti da undici persone e dotati dei mezzi necessari per gestire l’emergenza. Anche il Veneto si è mobilitato: sono partiti ieri mattina quattordici operatori dei vigili del fuoco. Da Mestre nove pompieri e quattro automezzi diretti a Crotone, sotto il coordinamento di un direttore delle operazioni di spegnimento, e con un altro operatore del comando di Belluno. Da Verona altri tre vigili del fuoco hanno raggiunto Catanzaro.
Pomeriggio di lavoro, ieri, anche per i vigili del fuoco del comando provinciale di Perugia, che sono dovuti intervenire in località Pila del capoluogo umbro. Tre distinti incendi hanno caratterizzato il weekend in Romagna: due roghi nel Forlivese e uno nel Cesenate. In Sicilia sono stati tratti in salvo i 35 scout che erano stati dati per dispersi nel bosco di Ficuzza, la riserva naturale tra Marineo e Corleone, dove si sono sviluppati una serie di incendi. L’allarme è scattato sabato intorno alle 14. La richiesta di aiuto è partita dai capi scout che hanno segnalato la presenza di cinque squadriglie partite dalle base scout della Massariotta, in escursione nella zona dove si stavano sviluppando i roghi.
Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, con il viceministro dello Sviluppo economico, Alessandra Todde e il sottosegretario del ministero della Transizione ecologica, Ilaria Fontana, si recherà oggi in Sardegna per una visita istituzionale ai comuni della provincia di Oristano colpiti dalle voraci fiamme delle scorse settimane. Incontrerà i sindaci e i rappresentanti di aziende agricole e associazioni di categoria.
L’Italia ha finora il primato europeo per numero di incendi divampati, mentre è seconda, poco distante dalla Grecia, per quanto riguarda gli ettari divorati dalle fiamme. Stando ai dati dell’European forest fire information System (Effis) della Commissione europea, in Italia dall’inizio dell’anno a oggi sono bruciati 102.933 ettari di terreno: un’area grande quanto 140mila campi da calcio. Si tratta del quadruplo rispetto ai 28.479 ettari arsi, in media, ogni anno dal 2008 al 2020.
Finora nella Penisola sono scoppiati 393 incendi di grandi dimensioni (oltre i 30 ettari), contro una media di 224 nel periodo 2008-2020.
Ieri sera il colonnello Marco di Fonzo, comandante del Nucleo informativo antincendio boschivo del Comando carabinieri Tutela forestale, parlava di 70 incendi in atto soprattutto in Puglia, Calabria e Sicilia. «Chiediamo la massima collaborazione da parte della cittadinanza. È importante che abbiamo tutti comportamenti idonei per non favorire i roghi», ha aggiunto l’ufficiale.
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