È arrivato il giorno del green pass obbligatorio. Da oggi 6 agosto infatti il certificato verde sarà richiesto per accedere a eventi sportivi, fiere, congressi, musei, parchi tematici e di divertimento, centri termali, sale bingo e casinò, teatri, cinema, concerti. Ma anche per sedersi ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti (non sarà invece necessario per consumare al bancone e neppure all’aperto). E in piscine, palestre, centri benessere, limitatamente alle attività al chiuso. Oltre che per partecipare a concorsi pubblici. Il tutto per arginare le nuove varianti del Covid (a partire dalla più contagiosa delta) e rendere sicuri, tra vaccinazioni e tamponi, i luoghi di massima convivenza, soprattutto al chiuso.
Ma il green pass con l’inizio dell’anno scolastico sarà obbligatorio per docenti, presidi e assistenti tecnici amministrativi delle scuole. Oltre che per gli studenti universitari. E dal 1° settembre scatta l’obbligo anche per salire a bordo di un treno, un aereo, un bus, un traghetto a lunga percorrenza.
Da oggi dunque i cittadini (over 12) dovranno portarsi in tasca o sullo smartphone il proprio green pass ottenuto dopo la vaccinazione (vale già 15 giorni dopo la prima dose) o dopo un tampone negativo (vale solo 48 ore) o dopo una guarigione. Ma chi lo controllerà? Sono i titolari o i gestori dei servizi e delle attività per i quali è introdotto l'obbligo del green pass a dover verificare il possesso di idonea certificazione. L’autenticità del pass sarà verificata attraverso l'App del ministero della Salute «Verifica C-19». Chi verifica dovrebbe anche richiedere un documento d'identità visto che nel green pass c'è il Qr code, il nome e il cognome e la data di vaccinazione o del tampone.
Un adempimento, quest’ultimo, che gli esercenti non sembrano però intenzionati ad effettuare come ha segnalato in una note la Fipe: «L'ipotesi di dover controllare anche i documenti di identità viene vissuta con profondo disagio perché rappresenta un atto di sfiducia nei riguardi dei clienti». «La responsabilità dell'uso improprio del green pass - spiega Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio - non può ricadere sulle imprese»
La Regione Piemonte ha scritto al Garante Nazionale della Privacy «per avere conferma che agli esercenti privati non possano, e non debbano, essere attribuite funzioni tipiche dei pubblici ufficiali». Lo ha reso noto l’assessore regionale agli Affari legali, Maurizio Marrone, secondo cui «hanno ragione le associazioni di commercianti ed esercenti quando affermano che un ristoratore non ha alcun obbligo e titolarità di identificare i propri clienti esigendo l’esibizione dei documenti di identità, quantomeno nell’ordinamento giuridico italiano»
La norma attuale prevede in caso di violazione una multa da 400 a 1.000 euro sia a carico dell'esercente sia dell’utente. Con sconto del 30% se si paga entro 5 giorni. Qualora la violazione fosse ripetuta per tre volte in tre giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni.
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