Opere da romanzi di Moravia
( da Moravia e la Musica, di Pietro Acquafredda)
Il primo caso è del 1956 e riguarda il romanzo d'esordio di Moravia, Gli indifferenti del 1929, dal quale ( un episodio di seduzione avviato nel cap.VI, che si sviluppa nei capitoli seguenti e termina nel X, ) Gino Negri trasse il libretto della sua opera 'in un atto e due personaggi': Vieni qui Carla, per soprano, baritono e dieci strumenti, data al Piccolo Teatro di Milano, giovedì 29 novembre 1956, davanti ad un pubblico di invitati. Sulla partitura, edita da Suvini Zerboni, si precisa che “ il libretto, scritto dallo stesso compositore, è stato tratto, col permesso dell'autore, dal romanzo di Alberto Moravia, Gli indifferenti (edizioni Mondadori)”.
Da una lettera di Moravia, senza data, conservata nel Fondo 'Gino Negri' della Biblioteca dell'Università di Milano - che ce l'ha gentilmente fornita - in risposta ad una, di molto anteriore, del compositore, apprendiamo della richiesta di un incontro che quasi certamente non avvenne:
” Gentilissimo signor Negri,
Io sono in colpa verso di lei che mi scrisse tanto tanto tempo addietro. Mi voglia scusare ma per qualche motivo che non so, la sua lettera che avevo messo da parte per rispondervi andò a nascondersi sotto certe carte e soltanto oggi con costernazione io l'ho ritrovata. Dico costernazione perché mi sono accorto del tempo passato da quando la ricevetti. Io non so a che punto sia adesso la sua impresa di musicare Gli Indifferenti. Spero che il mio silenzio non l'abbia scoraggiato. In tutti i casi le scrivo per dirle che sono ben contento che lei l'abbia fatto e che mi interesserebbe sempre moltissimo incontrarla e parlare con lei della cosa. Insomma se lei viene a Roma, mi farà molto piacere telefonandomi, alla mattina, al numero 380.287. Con tanta cordialità, mi creda il suo, Alberto Moravia”.
Moravia, dunque, si scusa con il compositore, si dichiara felice che un'opera venga tratta dal suo romanzo e si dice disposto, nel caso di un suo viaggio a Roma, ad incontrarlo, pregandolo di avvertirlo, telefonandogli, ma 'alla mattina'.
Dalle cronache giornalistiche dell'epoca apprendiamo che all'opera (della durata di una cinquantina di minuti circa) Gino Negri vi avrebbe verosimilmente cominciato a lavorare all'indomani del debutto alla Scala della Gita in campagna di Mario Peragallo; e che era pronta da più di un anno (alcuni giornali scrissero 'due anni') prima del suo debutto al Piccolo, dove pare, a detta dei giornali, che l'autore l'abbia fatta rappresentare a sue spese, con il contributo della casa editrice e di qualche sostenitore. La lunga attesa è da addebitare certamente alla difficoltà per l'autore di 'piazzare' il suo lavoro, a causa dall'argomento 'scabroso' - una scena di seduzione, dall'inizio alla fine: ”un episodio del più brutale realismo amoroso: una lunga scena di seduzione con un finale che non è da riferire”, scrisse il critico de La notte, e altrettanto non mancarono di sottolineare tutti i giornali, in coro. Osiamo, perciò, ipotizzare che quella lettera 'tardiva' di risposta di Moravia a Gino Negri potrebbe anche non essere dello stesso anno del debutto, ad inviti, al quale Moravia non assistette ( in quel periodo era a Roma e stava rivedendo la versione definitiva de La ciociara, che uscì l'anno dopo), mentre folta fu la rappresentanza del mondo culturale e musicale dell'epoca (presenti: Franco Donatoni, Aldo Clementi, Giorgio Federico Ghedini, Efrem Casagrande, Alberto Soresina, Eugenio Montale, Beniamino Del Fabbro, Caty Berberian, Ornella Vanoni, Orio Vergani, Fiorenzo Carpi, Maderna Koepnich ecc...).
P.S.
Nel sopra citato studio, è pubblciato anche il libretto dell'opera, da noi trascritto sulla base dello spartito dell'opera pubblicato da Suvini Zerboni. ( P.A.)
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