domenica 22 agosto 2021

Webinar sul teatro lirico di domani. 'Adelante, Sesto, cum juicio'

 Come quel vecchio saggio, vado ripetendo ogni giorno a me stesso che a leggere o a farsi qualche passeggiata  sul web qualcosa si scopre, si impara, quantomeno si conosce di nuovo. Sempre. Salvo il caso in cui, non so quel vecchio saggio, ma io non riesco a capire quel che leggo e pure continuo. 

Oggi ad esempio, sull'inserto 'La lettura' del Corriere, ho letto una paginata sul raduno che si è tenuto a Pitignano la scorsa settimana. L'ha scritta un esperto, ed io che esperto che non sono, fra termini inglesi, espressioni 'giovanili', ma sempre in inglese, e la nomenclatura di un mondo e di una cultura che non conosco, non ci ho capito nulla. Mi sono consolato dicendomi che almeno sono venuto a conoscenza del fatto che esiste un mondo nuovo, giovanile, con i suoi riti, le sue adunate i suoi stordimenti, ed anche studiosi che di quel mondo nuovo ed in continua evoluzione sanno tutto. Io no. Non ci ho capito nulla.

 Giorni fa invece, seguendo una notizia che mi interessava e cioè l'apertura di stagione dell'Opera nazionale lituana di Vilnius, dove è direttore artistico un ex allievo del Conservatorio Casella, ma che io non ho mai avuto in una mia classe, Sesto Quatrini, che dirigerà Il cavaliere della Rosa di  Richard Strauss, con la regia di Damiano Michieletto, mi sono imbattuto in una webinar , organizzata da una associazione, con tre soci fondatori - il nostro direttore, la sua attuale compagna ed un altro signore che vedo circolare nei teatri - che si propone di guardare avanti nell'evoluzione del teatro lirico. 

Compito sacrosanto perchè è chiaro che il teatro lirico, già ora, non è più  quello di una volta - come del resto le stagioni, a detta del vecchio saggio - e , in futuro, non sarà più quello di ora. Dunque pensarci in tempo e non farsi cogliere impreparati, è da saggi.

 Webinar, però, che sarà? Mentre i termini della precedente inutile immersione nelle mode e costumi giovanili mi sono tuttora estranei ed incomprensibili, webinar con l'aiuto del traduttore, ho capito cos'è. Nient'altro che una DAD , senza distinzione fra insegnante ed allievi. Nella webinar tutti parlano, ognuno dice la sua, ciascuno può contraddire l'altro, ma non c'è chi possa dire 'tu stai zitto, che non      capisci niente', altrimenti non si tratta più di una discussione - da noi si direbbe forum, convegno, seminario interattivo - su tema prescelto, benchè a distanza, via web, e dunque non in presenza. Nella webinar non c'è nessuna maestra che bacchetta e mette brutti voti, e manda in castigo dietro la lavagna. 

 Mi ha colpito  una affermazione proprio di Quatrini, a proposito dei giovani direttori e giovani interpreti in generale. Diceva Quatrini che lui vuole avere il diritto di dire la sua su un testo musicale, senza che l'orchestra, nel suo caso in prevalenza di adulti, abbia a ridire.   Parlare ed essere ascoltato come  un direttore avanti negli anni.

 Certo che Quatrini ha tutto il diritto  di dire quello che pensa - in gergo si dice: dettare l'interpretazione - di un brano. Ma non di tutti i brani  un giovane direttore è all'altezza. Non vogliamo dire che prima degli Ottanta, come accaduto con Muti, non si debba dirigere la Missa solemnis, e neanche che un giovane direttore cui  viene offerta un'occasione debba rifiutarla dicendosi o semplicemente pensando di non 'avere l'età'.

 Ma Quatrini converrà che ci sono imprese che sono appannaggio del tempo   della gioventù, ed altre di quello della maturità, se non addirittura della vecchiaia. E' così.   

Intanto, visto che è già in corsa,  pensi a non strafare, convinto di poter fare tutto in nome dei suoi verdi anni. Apprenda bene il mestiere ed anche tutti i suoi trucchi, poi verrà il momento per tutto.

Il problema la stampa italiana, ed anche io, se lo pose quando a Gustavo Dudamel fu offerto di dirigere Don Giovanni di Mozart alla Scala e lui accettò, con risultati molto deludenti. A detta di tutti. La sua giustificazione fu esattamente quella che spesso si sente opporre all'invito a riflettere e ad aspettare: certe occasioni capitano una volta nella vita, meglio coglierle.

No, non è così, C'è un tempo per ogni cosa. Perciò Quatrini nel caso dovesse accorgersi che  gli orchestrali non lo trattano con il dovuto rispetto che si deve ad un direttore d'orchestra, ad ogni età, provi a riflettere, chissà che qualche volta quegli orchestrali ostici non abbiano visto giusto.

 La differenza che corre fra un interprete ed un creatore della sua opera è enorme. Nel secondo caso, pittori, scrittori e qualunque altro artista - lo stesso musicista autore - molte volte danno frutti maturi anche in giovanissima età. 

Quando, invece, l'interprete si avvicina a opere di altri - come accade ogni volta nel caso della musica - deve cercare di entrare nel pensiero degli autori, e non è che a tutte le età si hanno gli strumenti per farlo su qualsiasi opera. 

Se non si hanno gli strumenti giusti, si rende un cattivo servizio all'autore, addirittura si rischia di svuotarlo, banalizzandolo. Perciò meglio darsi tempo, non avere fretta.


 Tornando all'Opera Nazionale Lituana di Vilnius, chi dà un'occhiata al cartellone operistico ed anche sinfonico del teatro, si rende conto di esser capitato in un altro mondo. Cantanti, solisti strumentali a noi del tutto sconosciuti e con cognomi che non sanno di lingue e nazioni più note. Che vuol dire che quel teatro, come del resto altri, ha una compagnia stabile, interpreti 'residenti' con i quali confeziona le stagioni. E non è detto che  non  siano ben fatte, solo perchè mancano le star strapagate che circolano nel mondo musicale che conosciamo  

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