Il debutto sul podio nel golfo mistico del Festival di Bayreuth, di Oksana Lyniv, per L'olandese volante, è stato accolto da applausi lunghi e calorosi . La prima donna che dirigeva nel tempio della musica sacro a Wagner.
Col tempo ci abitueremo a registrare simili debutti, oggi non ancora; e fra qualche anno, o forse decennio, che una donna diriga per la prima volta qui o là sarà normale, e dunque non più degno di essere sottolineato. Perchè le donne direttrici d'orchestra sono in numero crescente, e non mancano, come del resto non mancano fra i direttori che sono in numero considerevolmente maggiore anzi schiacciante rispetto alle donne, quei pochi di valore, nella maggioranza di routiniers o buoni mestieranti, dei quali pure il mercato, ormai vasto, ha bisogno.
La Lyniv è venuta in Italia, la prima volta a Bologna per un concerto sinfonico, poi anche a Roma, dove tornerà la prossima primavera per dirigervi Turandot di Puccini.
Quando si è fatto il suo nome la prima volta tutti hanno pensato ad una 'giovane' direttrice appena scoperta; si è appreso poi che la Lyniv ha superato i quaranta, e che è da tempo in attività, anche se nel campo della direzione si continua a etichettare come 'giovane' anche dopo l'età che dovrebbe rappresentare la maturità di un artista. Per Lei, già sembra prospettarsi un incarico stabile in Italia, a Bologna.
Fra qualche giorno a Verona, in Arena, debutterà un'altra direttrice, tedesca di nascita, anche se il suo cognome rimanda a diversa origine, Irina Yashima, che dirigerà la Nona di Beethoven, in una serata che intende anche omaggiare il compianto Ezio Bosso. Anche Lei è in carriera ed è stata già 'assistente' di notissimi direttori.
La Lyniv ha rilasciato a Repubblica una intervista, nella quale si dice soddisfatta del suo lavoro e si racconta. Ma ciò che ci ha colpito è l'aggiunta che il giornale ha fatto, sul tema della donne direttrici d'orchestra, e più ancora il modo con cui lo ha fatto.
Con tre foto tessera, e qualche breve commento, sorprendente per due delle tre.
- la prima di Speranza Scappucci, ingaggiata al teatro di Liegi, dove si è trovata a sobbarcarsi il peso del teatro per intero, dopo la morte di Stefano Mazzonis - annota il giornale. E qui tutto regolare.
- poi Gianna Fratta della quale si segnala che ha sposato Piero Pelù - che è come dire che tale matrimonio sta all'origine di un suo piccolo attuale successo;
- ed infine Beatrice Venezi, la più giovane delle tre (ma ora circolano anche direttrici più giovani di Lei) il cui vanto maggiore, secondo il giornale, è la partecipazione al Festival di Sanremo, dove l'ha voluta Amadeus, che, nonostante il nome, nulla ha a che fare con Mozart, e che quindi potrebbe averla scelta per ragioni diverse da quelle professionali. Finora non ha fatto nient'altro per cui merita di essere segnalata, oltre la furbata di voler essere chiamata 'direttore'.
Che è come dire, nel caso della Fratta e della Venezi, direttrici ambedue che più che la professione che svolgono - non a livelli alti fino ad oggi - è frutto 'prevalente' di fattori che con la loro bravura professionale nulla hanno da spartire.
Dunque mentre le prime tre ( Lyniv, Yashima, Scappucci) vengono accreditate per una carriera riconosciuta, la stessa cosa non si può dire per le restanti due (Fratta, Venezi), per le quali La Repubblica ricorre ad elementi estranei alla loro attività professionale.
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