Al sesto giorno di beat forsennati e percussioni a tutto volume, i raver si dividono. Il party abusivo nel viterbese ha fatto un morto, forse due. Al Teknival ci sono due ragazze stuprate, decine di giovani in ospedale in coma etilico e un focolaio di Covid ormai certo. Ora, poi, sui social spuntano racconti di cani morti sotto al sole, senza acqua e cibo. Persino quello di una donna che avrebbe partorito una bambina a Ferragosto.
Troppo per continuare a ballare sotto cassa. Non per tutti. Quasi la metà dei partecipanti alla festa che dalla mattina del 14 agosto fa tremare la Tuscia ha deciso di fare i bagagli. Da ieri sera centinaia di ragazzi hanno iniziato ad abbandonare il recinto di casse e pillole. Ma il resto - francesi, spagnoli e polacchi in testa vogliono dare un senso ai chilometri percorsi per piazzare tir e camper al confine tra il Lazio e la Toscana - è deciso ad andare avanti fino a lunedì. Fino al 23 agosto, scadenza inizialmente prevista per il rave delle polemiche.
Un problema in più per il Viminale. Ieri la ministra Luciana Lamorgese ha sentito i sindaci della Tuscia, li ha rassicurati. Poi ha fatto il punto con il prefetto di Viterbo, Giovanni Bruno, e il questore Giancarlo Sant'Elia. "La mediazione ha portato dei risultati - spiegano dal ministero - entro domattina (oggi, ndr) ci aspettiamo un miglioramento della situazione. Poi bonificheremo la zona". In altre parole, anche per sottrarsi al pressing dei Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e della Lega di Matteo Salvini, a chiudere il rave potrebbe essere uno sgombero leggero. "Bisogna lavorare con intelligenza, evitare danni alle persone", concludono dal Viminale. Lasciando intendere che, se i numeri lo consentiranno, alla fine interverranno i reparti mobili della polizia.
Una mossa d'emergenza. La polizia, infatti, spera che i raver prendano per buona la resa dichiarata ieri pomeriggio con il volantino digitale che ha preso a rimbalzare sui social: "Game over". Gli organizzatori, così pare, avrebbero alzato bandiera bianca. "Il condizionale è d'obbligo con certa gente. Non resta che aspettare", commenta un investigatore.
"The Teknival is ending" , si legge nella locandina postata su Facebook e rilanciata su Telegram. Poche righe di commiato dirette ai partecipanti: "Ciao a tutti, viste le orribili vicende accadute allo Space Travel, gli organizzatori hanno deciso di staccare e smontare. Le entrate sono tutte presidiate dalla polizia e purtroppo un secondo ragazzo se n'è andato (fatto non ancora confermato dalle forze dell'ordine o dal 118 al pari della storia della partoriente, ndr). Restate a casa, è una questione di rispetto per questi due ragazzi" .
Fin qui le parole, poi ci sono i fatti. I raver, come detto, sono divisi. Quelli sconvolti dalla fine di Gianluca Santiago, il 24enne anglo-emiliano morto immergendosi in apnea nel torbido del lago di Mezzano, si chiedevano già da giorni se fosse giusto andare avanti. La voce su una seconda vittima li ha convinti a lasciare il campo di proprietà di Piero Camilli, sindaco di Grotte di Castro ed ex presidente del Grosseto e della Viterbese.
Sui suoi terreni sta andando in scena il più grande evento non autorizzato dall'inizio della pandemia. Il rischio contagi è altissimo, tanto più che c'è già un caso di Covid conclamato. Per l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato, la situazione è "fuori controllo e non è possibile nessuna trattativa. Va ripristinato il corretto ordine pubblico, poi identificate le persone e individuate le responsabilità di un simile assembramento".
Dal Viminale rinnovano la fiducia a chi - in realtà finito sulla graticola per non aver saputo prevedere un'invasione del genere - sta operando sul campo. In attesa di un eventuale sgombero, mentre si continua si punta sull'identificazione dei partecipanti ai posti di blocco che circondano il lago. Gli stessi che, sul versante toscano, hanno saccheggiato i supermercati dei paesini più vicini al party Space Travel senza pagare.
Leggere i movimenti dei raver resta difficile. Tutto è partito sul web, su gruppi criptati ora finiti sotto la lente della polizia postale. Alla fine della doppia indagine, sul campo e in rete, verrà inviata un'informativa alla procura: i partecipanti rischiano di finire sotto inchiesta per invasione di terreni e danneggiamento, oltre a rispondere della violazione delle norme anti-Covid. La Digos ha già allacciato i contatti con i colleghi delle forze di polizia dei Paesi di provenienza degli organizzatori: l'obiettivo, mentre la musica va avanti e fa scappare animali e turisti, è colpire la base dei rave abusivi.
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