Paolo Conti, in tutta evidenza, appartiene da sempre al gruppo vastissimo dei 'laudatores' di Carlo Fuortes, per la sua attività di Sovrintendente dell'Opera di Roma e, prima, per quella di Amministratore delegato di Musica per Roma. E non senza ragioni, ne siamo anche noi convinti, per unirsi al coro.
Fuortes ha certamente amministrato bene sia Musica per Roma che l'Opera di Roma, aiutato anche dalla buona sorte, più nota come c...
Il caso dell'arrivo di Daniele Gatti all'Opera, dopo l'uscita traumatica di Muti, dimostra cosa abbia voluto dire c... per Fuortes.
Gatti è stato vittima ad Amsterdam, di una accusa - di 'comportamenti inappropriati'; ma cosa volessero dire non si è mai chiarito. Fatto sta che è stato licenziato in tronco - e per via di quella, dopo aver nicchiato per anni con Fuortes, rimasto senza un incarico stabile, accetta di assumere a Roma il ruolo di 'direttore musicale'. Che ha certo giovato all'orchestra ed al buon nome del teatro.
Perchè ora va via da Roma, dopo soli tre anni di permanenza, ritenendo l'approdo a Firenze, per il Teatro del Maggio Musicale, più sicuro ed anche più redditizio per la sua carriera futura?
In Rai, Fuortes veleggia spedito - noi non saremmo troppo sicuri che la traversata sarà tranquilla per lui - con il vento a favore della investitura di Draghi. Il quale lo ha scelto - e qui veniamo alla domanda di Paolo Conti - perché mai ha letto un appunto, che sia uno, in tutti i giornali e per gli anni che è stato a Roma, alla sua gestione. Chiaro, perciò, che dovendo nominare l'amministratore delegato della azienda culturale più importante del paese, abbia scelto lui. Si è detto perché oltre che ottimo manager, è equidistante dai partiti, cosa evidentemente falsa, perché senza il partito di Vetroni e Bettini, Fuortes non avrebbe fatto la carriera che ha fatto.
Ed ora veniamo alla domanda che, per quanto giusta e corretta, è, secondo noi, mal posta.
La domanda, che Conti non è il primo a porre, riguarda la successione a Fuortes all'Opera di Roma. Prima di lui l'hanno posta Valerio Cappelli, dal quale Conti la riprende, ma anche Giorgia Meloni.
La domanda è la seguente:" E' giusto, è corretto che una sindacatura uscente tra pochi giorni contribuisca ad indicare il nuovo sovrintendente dell'Opera di Roma? E' un interrogativo civile, non polemico".
La stessa domanda se l'è fatta, dicevamo, Giorgia Meloni, sicura di uscire vittoriosa dalle prossime Comunali e che evidentemente, ha già in tasca il nome del successore di Fuortes, che dovrà certamente essere del suo partito, come accaduto a Verona con la Gasdia (capolista di Fratelli d'Italia nella lista che appoggiava la candidatura di Sboarina, risultato vincitore), dove le è andata bene.
Se così non fosse, sia per il partito della Meloni che per qualunque altro, dopo le elezioni di ottobre, il sindaco eletto avrà in cima ai suoi pensieri la formazione della giunta e del suo gabinetto, e solo dopo penserà all'Opera di Roma. Dunque comunque non ci sarebbe da attendere solo sette od otto settimane, ma molte molte di più.
Può una istituzione come l'Opera di Roma restare senza guida per mesi, giacchè Fuortes non può continuare da Viale Mazzini a governare ad interim anche l'Opera?
Perciò i tempi sarebbero molto lunghi. E si potrebbe aggiungere che, non avendo la sindaca Raggi azzeccata una sola delle nomine importanti durante la sua sindacatura, non è che rappresenti una garanzia superiore a quella avanzata dalla Meloni.
A meno che Lei non segua il 'metodo Draghi', il quale se ne sarebbe fregato dei partiti che certamente avranno avuto nomi da suggerirgli, ed ha scelto un manager, di un settore attiguo o affine alla Rai, e di cui mai nessuno ha detto male.
Fatta eccezione di noi, che da anni rimproveriamo a Fuortes di non fare bene i conti, di diffondere ogni stagione bollettini di vittoria esagerati, con cifre gonfiate. Come ha fatto anche ora, al termine della stagione estiva al Circo Massimo. Dove ci sono state 26 serate di spettacolo, e i posti disponibili per ciascuna di queste erano 1000.
E per le quali Fuortes deve spiegare come ha fatto a vendere 31.250 biglietti, se ne aveva disponibili solo 26.000, senza contare che certamente ai molti invitati che hanno fatto il 'parterre' di tutto rispetto, non ha fatto pagare il biglietto.
Per questo bene ha fatto Paolo Conti, nel suo editoriale di oggi, al quale stiamo facendo riferimento, a non annotare anche i biglietti venduti, ma solo l'incasso che sarebbe stato di 2.000.000 di Euro circa. Perchè avrebbe dovuto porsi la nostra stessa domanda sui biglietti venduti.
E noi a domandarci: se Fuortes ha sbagliato grossolanamente il computo dei biglietti venduti, gonfiandolo a suo favore, senza spiegare dove ha aggiunto tutte le sedie mancanti alla platea, non è che ha fatto altrettanto sull'incasso?
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