La maggior parte non sa che cosa si trova di fronte, qualcun altro azzarda una spiegazione e chiede “se questa scultura rappresenti un aiuto per i senza dimora della città”, altri attribuiscono addirittura il lavoro a Michelangelo Buonarroti.
Eppure, parliamo della “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, una delle opere più iconiche e rappresentative dell’arte contemporanea, la riproduzione di una statua neoclassica della divinità greca della bellezza, circondata da cumuli di indumenti dismessi. I napoletani non conoscono né il titolo né il significato.
Ma assieme ai croceristi di scalo al Beverello e agli altri turisti in giro per la città, sono molto attratti dall’installazione realizzata in piazza Municipio, diventata secondo le più scontate previsioni uno sfondo da immortalare per selfie e storie sui social. In pochi, intanto, si soffermano a leggere la didascalia con la spiegazione dell’opera, datata 1967.
"Pistoletto ha guardato nel futuro e ha realizzato una denuncia del consumismo", sottolinea Domenico, residente di Barra. “Una profezia del fast fashion”, aggiunge Silvana Perno, guida turistica arrivata in piazza Municipio per una ripresa con il suo smartphone di un video esplicativo della “Venere” da pubblicare....
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"Questo fa parte della mia missione – continua – spiegare ai napoletani e non solo, in modo chiaro e per le mie competenze, monumenti, arte e tutto quanto fa turismo nella città”. Massimo, da Milano, è tra i pochi che si sofferma a leggere il manifesto roll up con le informazioni sull’opera: “Fa riflettere – aggiunge – nel mondo si continuano a produrre quantità enormi di indumenti in modo non sostenibile e con un forte consumo di acqua e un impatto devastante sull’ambiente”
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