Ieri , sul Corriere delle Sera, si leggeva una lunga intervista a Mauro Mazza, già direttore del TG2 e di Rai 1 ( noi lo conoscemmo in quel periodo, occupandoci, per conto della Rai, del Concerto di Capodanno della Fenice, ricavandone grande stima oltre he simpatia) ed ora fresco di nomina da parte del Governo, cioè del Ministro della cultura Sangiuliano, come Commissario straordinario per il Padiglione Italiano alla Buchmesse di Francoforte del 2024, in sostituzione di un pasticcione, Ricardo Franco Levi, che si è giustamente dimesso. Era questa naturalmente la ragione alla base della intervista.
Ma l'occasione era ghiotta per affrontare anche temi non strettamente connessi a tale incarico.
Come, ad esempio quello della 'egemonia culturale' di cui la sinistra si è fatta vanto nel tempo, accampando di fatto una predominanza e superiorità sulla destra, anche perchè tale settore non era mai stato un cavallo di battaglia di quello schieramento politico, che evidentemente puntava al altro più redditizio.
La sinistra se ne è fatta vanto di tale egemonia, ma questa era stata anche ragione di rimprovero della destra alla sinistra che si era accaparrato il monopolio in tale settore.
Mauro Mazza non è di questo parere. Sostiene che non c'è stata mai egemonia culturale della sinistra, semmai: 'amichettismo'- neologismo inventato da Lirio Abbate - con il quale si intende la spartizione di ogni incarico culturale (ma anche di tanti altri settori non estranei a tale logica spartitoria), fra amici, consorterie. In quell'amichettismo c'è anche dell'altro: spartizione fra 'amichetti'- non c'è bisogno di spiegare.
E perciò, sostiene Mazza, ora la pacchia è finita, perchè la destra- che ha vinto le elezioni e dunque governa - non si comporterà come si sono sempre comportati gli 'amichetti' della sinistra.
Magari fosse vero. Noi temiamo invece che sono stati estromessi alcuni amichetti (di sinistra) ma solo per far spazio ad altri amichetti (di destra). Questo è il nostro più grande timore, alla faccia del 'merito' tanto sbandierato dagli attuali politici al potere.
Come dimostra - un esempio fra i più piccoli - la storia dei due 'Pini': via Pino Strabioli, dentro Pino Insegno. Chi sia meglio dei due non sappiamo davvero. Di un 'Pino' c'è sempre bisogno evidentemente.
Siamo dello stesso parere di un certo 'Dagospia' (con il quale siamo però in disaccordo su tutto tranne che su questo che stiamo per dire) il quale sosteneva che se non sei aggregato a niente e nessuno, difficile, anzi impossibile, fare carriera. Se sei invece 'amico' o 'amichetto' di qualcuno, prima o poi verrai compensato, anche se per un giro dovrai star fuori. Perchè un amico, prima o poi arriva sempre. Se sei solo, invece, solo resti. E non puoi neanche lamentarti.
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