Ad appena quindici giorni dal noto Concerto di Capodanno trasmesso in diretta su Rai 1 , il sovrintendente-direttore artistico del teatro veneziano, Fortunato Ortombina, s'è finalmente deciso a rivelarne il programma, credendo che gli acquirenti dei biglietti che hanno già sborsato le somme considerevoli richieste, avrebbero accordato a lui, gran capo della Fenice, piena fiducia, qualunque cosa egli avesse scelto.
Noi che ci siamo occupati, nel corso di un decennio, per conto della Rai, della definizione del programma di quel concerto, conosciamo bene la velocità di decisione di Ortombina, lentissima e soggetta a continui tira e molla, avanti e indietro, nonostante le immancabili, spiacevoli frizioni che tale suo comportamento innescava, e che egli tentava sempre di imputare al vertice del teatro di allora, e cioè a Cristiano Chiarot , il quale le rimandava pronto al mittente.
Questo gioco, per niente divertente, ed anzi stancante, è andato avanti per molti anni, e fino a quando Ortombina ha potuto gestire tutto da solo, senza la nostra presenza a vigilare sulla fattura del programma che non poteva non tener conto della diretta televisiva e della circostanza del concerto. Particolari che Ortombina non ha mai voluto condividere.
Ortombina, una volta arbitro in tutta libertà del concerto, ha voluto sbagliare da solo, facendo cadere l'audience a livelli ai quali nei dieci anni precedenti non era mai arrivata; mentre s'era verificato sempre l'opposto e cioè che di anno in anno, seppure senza grandi salti, l'audience era cresciuto fino a raggiungere la bella cifra di 4.400.000 telespettatori, traguardo che Vienna , anche nelle annate migliori, non era mai riuscita a raggiungere. Ortombina, nei primi due anni in cui aveva fatto tutto da solo, aveva fatto perdere al Concerto televisivo 800.000 telespettatori circa.
L'anno scorso sembrò per un attimo invertire la tendenza, il programma sembrava ricalcare la falsariga di quello che ogni anno riuscivamo a concordare - qualche volta anche ad imporre - ad Ortombina con il complice appoggio di Chiarot - almeno fino a quando anche lui non si sentì minacciato nella sua autorità dalla nostra presenza che ritenne, infine, invadente, seppure limitata al solo Concerto di Capodanno e fece di tutto perchè noi abbandonassimo l'impresa - e cioè un programma 'popolare' adatto anche alla televisione, per un giorno di festa e all'ora di pranzo.
Quest'anno Ortombina sembra voler fare marcia indietro, proponendo un programma che sicuramente farà nuovamente PERDERE pubblico in tv. Ne siamo convinti, ma speriamo al contempo di essere smentiti.
Come l'anno scorso apre ancora con Carmen - ma sa Ortombina o ha dimenticato che, ad esempio, esiste anche Rossini, quest'anno del tutto assente dal programma?- fa tornare 'Fuoco di gioia' (Otello di Verdi), un coro che ha già proposto, nel corso della 'sua' gestione già per la seconda volta in tre anni, dopo che lo avevamo fatto eseguire anche negli anni passati, per sua insistenza - l'insistenza di un musicologo!
Infine, per distinguersi da noi - dimostrando che si può fare anche in altra maniera, pur di distinguersi - ha modificato l'ordine di esecuzione, da noi voluto e codificato, come una regola, dei brani che, solitamente, hanno sempre chiuso il Concerto: Va pensiero e Libiam nei lieti calici, in successione. Lui, per distinguersi - ormai da chi? - ha frapposto fra i due brani che chiudevano in crescendo il concerto, riscuotendo un immediato e sempre immutato favore del pubblico in teatro ed, evidentemente, anche in tv, un brano da Turandot.
Infine una annotazione di carattere generale. Per il prossimo Concerto di Capodanno, Ortombina ha voluto proporre un programma tutto 'lacrime', per fortuna senza sangue'; ma senza che vi sia un solo grido di gioia, oltre quello del noto coro verdiano dall'Otello, e neanche un mezzo sorriso.
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