venerdì 28 dicembre 2018

Il Governo del Cambiamento a difesa della libertà di informazione e di stampa. Rocco Casalino fra i garanti. Dovevamo sentire anche questa

Dopo il rinvio della scorsa settimana, mattinata di incontro per il presidente del Consiglio con i giornalisti per la tradizionale conferenza stampa di fine anno. Accanto al premier, affiancato dal suo portavoce Rocco Casalino, il presidente Odg, Carlo Verna, e il presidente di Stampa Parlamentare Marco Di Fonzo, al quale lo stesso Conte ha consegnato una targa per il centenario della fondazione dell’associazione.
Oltre alle questioni relative a tematiche più strettamente politiche ed economiche, tra i temi più caldi toccati e discussi anche la questione dei tagli all’editoria, cavallo di battaglia M5S, inseriti nel testo della manovra in discussione alla Camera.

La conferenza stampa di fine anno con l’Ordine dei Giornalisti. Nella foto, da sinistra Rocco Casalino, Giuseppe Conte, Carlo Verna e Marco Di Fonzo (Foto ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
Nel suo intervento di apertura, Verna, per difendere la causa, ha interrotto per alcuni secondi il suo discorso per poi affermare rivolto a Conte: “Ha visto che effetto fa all’improvviso una voce che non c’è più? Sono stato in silenzio solo 7 secondi…”, aggiungendo poi riferimenti a Radio Radicale, al Manifesto, ad Avvenire e alle altre testate che potrebbero vedere ridotti i contributi statali.
Sui fondi per l’editoria “chiediamo un impegno legislativo. Qualcosa si è mosso in Senato per opera di esponenti della maggioranza”, ha detto Verna, ricordando anche come sul tema della libertà di stampa siano intervenuti il presidente della Repubblica Mattarella e il Papa.
Il presidente Cnog ha  sottolineato come i cronisti continueranno a essere “i cani da guardia della democrazia” ma ha evidenziato anche il problema dello sfruttamento del lavoro nel settore giornalistico “con colleghi che prendono anche solo 2 euro a pezzo, un contesto sempre più precario”, citando anche la dura vertenza dell’agenzia di stampa Askanews. Un riferimento anche alle “iniziative giudiziarie temerarie” che possano imbavagliare sempre più gli organi di stampa. Un ricordo poi per Giovanni Battiloro, il cronista di Torre del Greco morto nel crollo del ponte di Genova, e al trentino Antonio Megalizzi, ucciso nel recente attentato terroristico di Strasburgo, sono dedicati due tesserini onorari dell’Ordine dei giornalisti, “che non hanno fatto in tempo a prendere”.
“Non credo che un’idea come quella che sta ispirando M5S – e condivisa anche da un’altra forza politica e dal sottoscritto – di rivedere il sistema di finanziamento all’editoria, sia un attentato alla libertà di informazione”, ha detto il Presidente del Consiglio Conte, particolarmente sollecitato sul tema dai cronisti di Radio Radicale e del Manifesto.
Con i tagli all’editoria, che il premier ha definito “contenimento delle spese”, “attuiamo un contenimento che ha riguardato anche voi”, ha detto Conte, replicando al giornalista di Radio Radicale. “E’ un sacrificio che è imposto a tutti quanti. In questa esperienza di governo c’è una sensibilità e orientamento che muove da lontano, portato avanti da M5s senza intento punitivo, per sollecitare le imprese editoriali a stare sul mercato”.
“Dal Governo c’è massimo rispetto per la libertà di informazione, che è sacrosanta, e se c’è stato qualche scambio dialettico non è un attentato a questa libertà”, ha ribadito Conte, ricordando come vengano salvaguardati i quotidiani e periodici di minoranze linguistiche, per ipovedenti, le pubblicazioni delle associazioni di consumatori e quelle diffuse all’estero, e come le norme siano comunque progressive.
“La carta stampata sta perdendo terreno nelle vendite. Se un soggetto non si muove sul mercato sulle proprie gambe, si sarà sempre dipendenti da finanziamenti.  Bisogna ingegnarsi per trovare risorse suppletive sul mercato”, ha aggiunto Conte. “Siete stimolati a trovare risorse alternative, c’è tempo per farlo. Spero che per voi non arrechi grande disagio da questo contenimento”. “Apprezzo il vostro servizio, ha aggiunto riferendosi sempre all’emittente radiofonica. “Con la vostra tradizione e competenza se vi ingegnate troverete una soluzione”.
Sollecitato da Verna, Conte ha annunciato che parteciperà in prima persona al tavolo sull’editoria che sarà aperto a Palazzo Chigi. “Questo tavolo ci sarà senz’altro, c’è un delegato, che è il sottosegretario Crimi, e vi parteciperò anche io, ma dovremmo discutere anche di altre cose, oltre ai finanziamenti all’editoria”. Tra i temi indicati da Conte vi sono la tutela delle fonti “per tutelare la libertà d’informazione sin dalle sue premesse”, l’equo compenso e le querele pretestuose, pensando a qualche meccanismo che “le dissuada”. “Affrontiamo tutti questi temi con franchezza, senza pensare che si voglia attentare alla libertà di informazione che ha un altro polo, che è la libertà dei cittadini di essere informati”, ha chiosato.
“Il premier non rivendica con orgoglio se un domani dovessero chiudere delle testate. C’e’ una convinzione che non nasce oggi che il M5S è al governo, ma nasce da lontano. Non e’ questione di maggioranza o opposizione”, ha sottolineato ancora Conte. “Facciamo insieme un tavolo di riflessione che potrà essere molto utile, lasciateci adottare qualche misura a sostegno del pluralismo e poi valuteremo insieme”, ha concluso.

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