Abbiamo letto con molto interesse l'intervista di Valerio Cappelli al direttore coreano Chung, alla vigilia del suo secondo consecutivo Concerto di Capodanno dalla Fenice, trasmesso in diretta su Rai 1 il 1° gennaio.
Come chiunque dei nostri lettori potrà constatare, leggendo l'intervista che abbiamo ripreso nel nostro post precedente, uscita ieri sul Corriere della Sera, in ogni riga c'è una rivelazione.
Non tanto del Concerto di Capodanno, che ormai è tradizione consolidata anche se ancora osteggiata (in anni passati anche con il supporto di certa stampa: leggi Valerio Cappelli), quanto piuttosto del futuro che attende Chung nel mondo, della sua allergia alla tv, per i concerti(non guarda quello viennese di Capodanno, ma dirige quello veneziano, dove non si guarda, essendo impegnato sul podio), della sua predilezione per le regie di un tempo, diciamo tradizionali (ci spieghiamo perchè non potrà mai dirigere all'Opera di Roma, dove regna Fuortes, il 'modernista'), del ritorno a Santa Cecilia, da direttore ospite (da dove se ne uscì da direttore stabile, sbattendo la porta, dopo la lite furibonda con Berio, in occasione del concerto inaugurale del Nuovo Auditorium) e, in apertura, dell'iniziativa della Fenice, su richiesta di Chung, di aiutare l'Unicef, di cui il direttore è 'ambasciatore' nel mondo.
Come aiutare l'Unicef non viene detto. Il direttore inviterà il pubblico a effettuare una donazione per l'Unicef, quando rivolgerà il solito messaggio di auguri, magari con il supporto del teatro? Sì, ma come? Non si capisce, bisognerebbe essere a Venezia per rendersi conto.
Ma chi ha letto sul sito del teatro, biglietteria, il costo dei biglietti dei Concerti di Capodanno - verrà replicato quattro volte a partire da stasera, anche se il culmine sarà il 1° gennaio - si renderà conto di quanto siano cari e perciò non alla portata di molti ( il 1° gennaio superano i 300 Euro, e tuttavia non così alti come sembrano, se paragonati a quelli del Concerto viennese che, a detta di Valerio Cappelli negli anni scorsi, stavano a testimoniare quanto più importante fosse il concerto di Vienna, più costoso, rispetto a Venezia, appena 370 Euro). Quei 'molti' che acquisteranno un biglietto per la Fenice, hanno certamente la disponibilità per effettuare una donazione a favore dell'Unicef.
E allora ci viene da suggerire (per quella nostra dannata abitudine a fare il 'maestrino', colpa della nostra professione di insegnante) che, guadagnando molto, il Teatro La Fenice da questo concerto - ricordiamolo che il Concerto non l'hanno inventato i dirigenti della Fenice, non avrebbero mai avuto la fantasia e l'inventiva necessaria, bensì Anna Elena Averardi, che lo propose alla Rai, all'indomani della riapertura del teatro veneziano e lo 'regalò' al teatro con il quale ha collaborato per decenni - potrebbe devolvere una quota, anche bassa, del ricavato dai biglietti a favore dell'Unicef ( come del resto sta facendo da qualche mese una nota azienda alimentare) e Chung, che ha avanzato l'iniziativa, devolvere parte del suo cachet.
Forse annunciando queste due iniziative - non tanto costose sia per il teatro che per il noto direttore, il pubblico potrebbe essere invogliato a fare una donazione. Sbagliamo?
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