Dacché esiste il Concerto di Capodanno dalla Fenice , relativamente al programma, s'è mantenuta intatta la tradizione, da noi voluta negli anni in cui ce ne siamo occupati, della chiusura del concerto con due brani simbolo del melodramma italiano e del melodramma di tutti i tempi: il Coro 'Va pensiero' da Nabucco di Verdi e, ancora di Verdi, il brindisi ' 'Libiam nei lieti calici' dalla Traviata, in un crescendo di emozioni che il pubblico in teatro sembrava cogliere anno dopo anno, e dimostrare con la sua calorosissima partecipazione. Per tutti questi anni - oltre quindici ormai - nessuno ha mai neppure avanzato l'ipotesi di modificare quella chiusura di concerto.
Del resto, da molti più anni, il Concerto di Capodanno da Vienna si chiude con gli stessi, sempre quelli, due pezzi che creano sempre identica attesa e la cui mancanza infastidirebbe senz'altro il pubblico della Sala d'oro del Musikverein e quello televisivo. Sono cambiati i direttori artistici a Vienna, si sono avvicendati sul podio tanti grandi direttori, ma nessuno ha osare toccare i due pezzi conclusivi ed il loro ordine di esecuzione: Marcia 'di Radetzky' e valzer 'Il bel Danubio blu'. SEMPRE QUEI DUE E SEMPRE NELLO STESSO ORDINE.
Su quella falsariga - le idee buone anche di altri vanno tenute - pensammo di mettere i due pezzi d'obbligo 'italiani' alla fine del Concerto di Capodanno dalla Fenice, anche perchè altrettanto noti e forse anche molto più famosi di quelli viennesi. E quelli a venezia sono restati al loro posto e sempre nello stesso ordine per tutti questi anni. Ora invece
A VENEZIA SI CAMBIA ! Quest'anno Ortombina - per dimostrare che lui c'è - ha modificato la chiusura del programma del concerto frapponendo fra il celebre coro verdiano e il brindisi finale, il Puccini di Turandot : 'O padre augusto' per il quale ha dovuto scritturare anche un coro di voci bianche, un lusso che Ortombina Sovrintendente-Direttore artistico può evidentemente permettersi!
Perchè Ortombina ha fatto in Laguna, quel che a Vienna nessuno ha mai osato fare? Altra ragione non v'è oltre quella di far sapere che 'ORTOMBINA C'E'! e può, oltre che sbagliare, anche cambiare tradizioni consolidate.
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