«Gli equilibrismi verbali del presidente del Consiglio non cambiano la sostanza delle cose», ammonisce il sindacato, che incalza: «Se avesse letto gli appelli e i moniti del presidente Mattarella su stampa e pluralismo, si sarebbe reso conto che nella conferenza stampa di oggi avrebbe fatto meglio a tacere».
Il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno
«Gli equilibrismi verbali del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non cambiano la sostanza delle cose: i tagli al fondo per l'editoria produrranno la chiusura di numerose testate e la perdita di posti di lavoro». Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana dopo le dichiarazioni del premier durante la conferenza stampa di fine anno.
«Al di là dei tentativi del premier di cambiare le carte in tavola – proseguono i vertici della Fnsi –, resta infatti la drammatica realtà di un provvedimento ispirato da ragioni ideologiche e che ha preso corpo con chiari intenti ritorsivi nei confronti di chi fa informazione liberamente. Restano gli appelli e i moniti del presidente della Repubblica sul ruolo della stampa e sulla necessità di salvaguardare il pluralismo: se il presidente Conte li avesse letti, si sarebbe reso conto che nella conferenza stampa di oggi avrebbe fatto meglio a tacere».
«Al di là dei tentativi del premier di cambiare le carte in tavola – proseguono i vertici della Fnsi –, resta infatti la drammatica realtà di un provvedimento ispirato da ragioni ideologiche e che ha preso corpo con chiari intenti ritorsivi nei confronti di chi fa informazione liberamente. Restano gli appelli e i moniti del presidente della Repubblica sul ruolo della stampa e sulla necessità di salvaguardare il pluralismo: se il presidente Conte li avesse letti, si sarebbe reso conto che nella conferenza stampa di oggi avrebbe fatto meglio a tacere».
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