Mi è capitato sotto gli occhi - leggendo della serata che gli dedica Nuova Consonanza - l'indice del volume edito da Einaudi l'anno scorso che raccoglie colloqui ed interviste, curato da una studiosa del Centro Studi 'Luciano Berio', fondato e diretto dalla vedova Talia Pecker, che abbiamo scorso con attezione.
La curatrice, e con Lei Einaudi editore, che ha pubblicato il volume, sono naturalmente liberissimi di fare una scelta delle numerosissime interviste che il noto musicista ha rilasciato nei lunghissimi anni di attività. Dunque sotto questo profilo nulla da eccepire.
Abbiamo, invece, da eccepire sulla esclusione di tutte le nostre interviste, effettuate in molti anni di attività giornalistica, per alcune delle quali abbiamo avuto modo di conoscere con quali modalità Berio dava il via libera alle interviste, seppure rilasciate in tutta libertà e trascritte con assoluta fedeltà.
Ne ricordiamo alcune, nelle quali ci sembra essere contenute riflessioni di un certo rilievo, ma sulle quali si è abbattuta la mannaia della censura del musicista e dei suoi famigliari, con l'esclusione dalla raccolta .
Ci sovviene di una sua intervista rilasciataci per 'Paese Sera', alla fine degli anni Settanta, in occasione della esecuzione a Roma, della sua Vera storia, con Milva, non ancora terminata, e che verrà presentata nel 1982, alla Scala. Se la memoria non ci inganna, ricordiamo alcuni giudizi taglienti su alcuni musicisti, ivi contenuti. Uno, ad esempio, non proprio lusinghiero, su Goffredo Petrassi. A seguito del quale, come in altri occasioni, abbiamo rilevato che spesso personalità in vista in ogni campo, compreso quello musicale, hanno a pentirsi successivamente di giudizi che tali non sono, ma vere e proprie smargiassate o semplici provocazioni, di cui pentirsi qaundo la persona bollata acriticamente acquista potere (Un caso analogo, in una lunga intervista, rilasciataci da Giuseppe Sinopoli, a proposito di un direttore d'orchestra, De Sabata) In quell'intervista c'erano anche molte altre cose. Non si è ritenuto opportuno inserirla nel volume.
E uno!
Negli anni della mia direzione di 'Piano Time' decisi di rendere omaggio a Berio, in occasione di qualche ricorrenza genetliaca importante. Per l'occasione decisi di dedicare al musicista la copertina di 'Piano Time'; e Berio, per cortesia mi inviò, da pubblicare in anteprima, un suo pezzo pianistico ( Wasser Klavier) - come la rivista faceva ogni mese nella rubrica 'fogli d'album'. Il servizio in onore del musicista conteneva anche un saggio di una nota studiosa parigina, professore alla Sorbona, Ivanka Stoianova. Berio ci chiese di leggerlo prima della pubblicazione. Chissà, avrebbe voluto, se necessario ai suoi occhi, cambiare qualcosa. Naturalmente ci rifiutammo. Completava l'omaggio a Berio, una intervista, per la quale gli inviammo per iscritto le domande, di cui non ricordiamo molti particolari cose, ma uno sì: Berio scelse le domande cui rispondere - che non è il massimo della correttezza - e volle inserirne delle altre.
Comunque all'uscita del servizio, Berio ci inviò una lettera di ringraziamento - che conserviamo e che anzi abbiamo pubblicato in occasione di una contestazione del musicista nei nostri confronti, anni dopo!
E due!
Poi negli anni Novanta - degli anni precedenti non ne ricordiamo altre - gli facemmo una intervista destinata al settimanale 'Il venerdì' di Repubblica. La travagliata storia di quella intervista crediamo di aver raccontato anche su questo blog. Comunque una volta l'abbiamo raccontata. In breve, la pubblicazione avvenne, dopo reiterati interventi del musicista sulla direzione del 'Venerdì' e di 'Repubblica', rimasti inascoltati, e la minaccia di querela del suo avvocato. Noi avevamo dalla nostra parte la registrazione della intervista effettuata a casa sua a Radicondoli e trascritta fedelmente. Berio cancellò alcune domande, altre le modificò e naturalmente intervenne sulle risposte.
Il legale del musicista minacciò querela adducendo la ragione che un intervistato può in ogni momento non autorizzare la pubblicazione di una propria intervista. Vero, se l'intervista contiene fatti che riguardano la vita privata dell'intervistato e relativamente a detti passaggi. Ma se in essa ci sono dichiarazione di pubblico interesse e di qualche importanza anche per la notorietà del personaggio, l'intervistato può anche protestare, ma se ha rilasciato LIBERAMENTE certe dichiarazioni riportate fedelmente, se si pente di averle rilasciate, può protestare finchè vuole, il giornalista le può pubblicare, senza nulla temere.
Il tira e molla, prima dell'intervento dell'avvocato, andò avanti per parecchie settimane, durante le quali si era deciso che l' intervista venisse pubblicata così come registrata e trascritta. Berio volle cancellate alcune sue dichiarazioni riguardanti la sua vita privata, le sue mogli o compagne, i figli e la moglie dell'epoca.
Al 'Venerdì', con il nostro consenso, si decise di pubblicare l'intervista, introducendo le modifiche e le cancellazioni volute da Berio. Diciamo anche che nei passi riguardanti le sue famiglie (che sono state più d'una, se contiamo nei soci del Centro Studi a lui intitolato, almeno cinque Berio, che immaginiamo figli, oltre la sua vedova) non c'era nulla di tanto irritante e che non si dovesse sapere. Il fatto è che Berio, assieme a quelle dichiarazioni di carattere privato, volle cancellate anche sue dichiarazioni su Berlusconi, su Umberto Eco, forse anche sulla tv, e su suo padre che aveva conosciuto bene Mussolini, in gioventù maestro nel paese natale di Berio.
Scalfari ci fece chiedere se insistevamo nel voler pubblicare l'intervista così' come l'avevamo fedelmente trascritta, dicendoci anche che Berio era personaggio assai in vista ed influente, perciò meglio sarebbe stato se ci fossimo piegati, 'obtorto collo', ad assecondare le sue richieste. Noi demmo il nostro assenso alla pubblicazione dell'intervista 'emendata', per non creare dissapori fra Berio e la redazione nella quale aveva molti amici, ma anche perchè quella era la nostra prima collaborazione al 'Venerdì', e non volevamo cominciare creando, non per nostra responsabilità, problemi al giornale.
E tre!
Vista la lunga controversa contestazione, che non abbiamo mai del tutto digerita, abbiamo conservato il testo originale di quella intervista che abbiamo pubblicato su Music@ . Sfortunatamente sul numero, già pronto per la stampa in tipografia, che quello sciagurato dell'attuale direttore del Conservatorio dell'Aquila, Piermarini, bloccò e vietò di pubblicare per vendetta nei nostri confronti che avevamo espresso, a lui in persona, la nostra disistima - siamo gentili ora che è Natale - la nostra 'poca stima' - professionale per lui!
Quell'intervista poi l'abbiamo pubblicata sul questo blog, nella versione integrale, cassando solo una o due domande strettamente legate alle vicende famigliari del musicista, delle quali tutto sommato non frega niente a nessuno e e neanche a noi! Puntuale è arrivata anche questa volta, dopo la pubblicazione dell'intervista su questo blog, la lettera di quello stesso avvocato dell'altra, sollecitato ovviamente dalla vedova del musicista, con l'ingiunzione di eliminare del tutto l'intervista dal blog.
Cosa che abbiamo fatto solo 'pro bono pacis', anche se siamo convinti che l'avvocato può fare tutto quello che vuole, ma noi abbiamo il sacrosanto diritto a pubblicare l'intervista per i passaggi di 'pubblico interesse', come consente la legge.
Naturalmente anche di questa quarta intervista non c'è traccia nel volume accennato.
E quattro!
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