"Nicola Sani lascia la presidenza dell'Istituto Nazionale Studi Verdiani: dopo quattro anni non si è detto disponibile a portare avanti il suo mandato. Già qualche tempo fa aveva espresso l'intenzione di voler dedicare più tempo alla composizione.
Dovrebbe succedergli il Maestro Luigi Ferrari, fino a qualche mese fa sovrintendente della Fondazione Arturo Toscanini. 15 dicembre 2018"
La notizia, ripresa dal blog di Luigi Boschi, e apparsa sulle pagine di 'Repubblica-Parma', è di quelle che produrranno un cataclisma musicologico:lascia l'Istituto verdiano uno di quegli studiosi del grande musicista che il mondo ci invidia, Nicola Sani; e nell'incarico prestigioso dovrebbe succedergli il m. Luigi Ferrari- che in questi ultimi mesi ha rivelato un'altra sua dote nascosta, quella di scrittore.
L'addio di Sani a Parma, da un incarico 'onorifico' e 'gratuito' per rinchiudersi nel più sicuro e ben remunerato fortino senese dell'Accademia Chigiana - da dove non crediamo voglia dimettersi - si porta appresso, come trofeo di guerra vinta, la relazione 'positiva' della Corte dei Conti, firmata dalla giudice Laterza ( mamma di Salvo Nastasi) che attesta un bilancio in salute per l'anno 2016, dove compare solo un aumento di spesa ( 13.000 Euro circa), a partire dal 1 marzo di quell'anno, per l'assunzione, a tempo determinato, di una unità lavorativa ( il direttore dei Quaderni dell'Istituto verdiano?).
Dopo aver lasciato - costretto a lasciare - il Teatro Comunale di Bologna, per deficit di bilancio, ora Sani lascia anche Parma, ma tiene ancora la Chigiana- salvo che non decida di lasciare anche Siena, per dedicarsi anima e corpo alla composizione che in questi anni ha trascurato, con grandissimo disappunto di tutto il mondo musicale, che gli ha sempre riconosciuto gigantesche capacità creative, in ogni campo compreso quello della composizione.
Al suo posto dovrebbe arrivare Lugi Ferrari, come anticipato dal quotidiano 'Repubblica'. Chissà come reagirà il sospettoso mondo della musicologia verdiana che all'arrivo di Sani ebbe, per la refrattarietà ad accettare un corpo ritenuto estraneo, preoccupanti convulsioni, seguite dal ritiro sull'aventino svizzero di Berna, dove ha fondato un nuovo centro di studi verdiani con annessa pubblicazione, concorrente diretta di quella parmense, che Sani ha affidato ad un musicologo, drammaturgo, accademico di chiarissima fama anche verdiana.
La preghiera che noi ci sentiamo di rivolgere a Luigi Ferrari- che non conosciamo ma ugualmente stimiamo - è di non licenziare il direttore dei Quaderni di Studi verdiani, perchè un altro come lui e, a prezzi altrettanto modici, dove lo trova?
Per questa supplica al m. Ferrari, il diretto interessato, Sandro Cappelletto, non c'è bisogno che ci ringrazi. Lo abbiamo fatto volentieri, riconoscendone le capacità ed i meriti, oltre naturalmente al suo curriculum stellare.
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