Non solo giganti digitali come Facebook, Google o Apple. La nuova webtax predisposta dal governo in legge di Bilancio colpirebbe anche gli editori italiani.
La formula inserita in manovra infatti, che prevede un'imposta del 3% alle aziende operanti nel web con fatturato globale superiore ai 750 milioni di euro (di cui almeno 5,5 derivanti da servizi digitali), andrebbe ad applicarsi anche alle principali imprese editoriali del nostro paese, con un gettito previsto di oltre 1,3 miliardi nel triennio 2019/2021. Il paradosso è che una norma voluta per colpire gli over the top che non pagano le tasse nel nostro paese vada a gravare ulteriormente sui grandi gruppi che già pagano le tasse in Italia.
Una stangata di certo non gradita alla Fieg, che per voce del suo presidente Andrea Monti Riffeser ha manifestato il suo "sconcerto e stupore" per la nuova tassa messa a punto dal Governo, definita "una imposta che colpisce i ricavi anche delle aziende italiane del settore già soggette al prelievo ordinario, con una nuova tassa che rischia di deprimere ulteriormente i bilanci delle imprese". La web tax dovrebbe essere uno strumento per il riequilibrio della concorrenza dei diversi operatori nel mercato digitale e per far pagare le tasse a chi oggi non le paga in Italia - ha aggiunto Riffeser - ma non può costituire un alibi per una forma generalizzata di nuova tassazione sulle imprese italiane del settore con il rischio di riduzione degli investimenti e della occupazione". ( Microsoft Notizie)
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