sabato 8 dicembre 2018

Se i cosiddetti 'programmisti registi' delle reti televisive svolgono di fatto lavoro 'giornalistico'

Cassazione: quando l'attività svolta dai cd. programmisti registi nelle reti televisive é riconosciuta d'ufficio giornalistica con conseguente obbligo di versamento dei contributi previdenziali all'INPGI.

di Pierluigi Roesler Franz 





7.12.2018 - Importante decisione della Cassazione sull'attività svolta dai cd. programmisti registi nelle reti televisive riconosciuti d'ufficio giornalisti e quindi con obbligo di versamento dei contributi all'INPGI. Infatti "costituisce attività giornalistica la prestazione di lavoro intellettuale diretta alla raccolta, commento ed elaborazione di notizie volte a formare oggetto di comunicazione attraverso gli organi di informazione, ponendosi il giornalista quale mediatore intellettuale tra il fatto e la diffusione della conoscenza di esso, con il compito di acquisirne la conoscenza, valutarne la rilevanza in relazione ai destinatari e predisporre il messaggio con apporto soggettivo e creativo, ed assumendo rilievo, a tal fine, la continuità o periodicità del servizio nel cui ambito il lavoro è utilizzato, nonché l'attualità delle notizie e la tempestività dell'informazione, che costituiscono gli elementi differenziatori rispetto ad altre professioni intellettuali e sono funzionali a sollecitare l'interesse dei cittadini a prendere conoscenza e coscienza di tematiche meritevoli di attenzione per la loro novità". I supremi giudici con sentenza delal sezione lavoro n. 30915 del 29 novembre 2018 (Presidente Giuseppe Bronzini, relatore Caterina Marotta), scaricabile dal sitohttp://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20181129/snciv@sL0@a2018@n30915@tS.clean.pdf , hanno così definitivamente respinto un ricorso della RAI contro la precedente decisione della Corte d'appello di Roma che aveva riconosciuto a Paola Lupi, dipendente dell'azienda ed inquadrata come programmista regista, la qualifica di praticante redattore e quindi di redattore ordinario in relazione al ritenuto contenuto giornalistico delle trasmissioni radiofoniche 'Radio a colori', 'Gr1 Ragazzi-News Generation' e 'Magazine' anche se non risultavano inserite in una testata ma erano qualificate come programmi di rete.

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