venerdì 14 dicembre 2018

Di Maio vuole 'rivedere' il compensodi Fabbio in Rai. Giusto, forse. Ma perchè non 'rivede' anche i compensi dei Parlamentari? Giustissimo, magari!

«Se c’è un caso Fazio in Rai? Certo». Luigi Di Maio torna ad auspicare «che il prima possibile si possa ricostruire un po’ di buonsenso rispetto alle retribuzioni, ma ovviamente - aggiunge - non sta a me affrontare questa questione, riguarda l’ad Salini ed il direttore di rete». «C’è un piano della precedente governance valido fino a marzo, ma è un tema che va affrontato - spiega il vicepremier, parlando in commissione di Vigilanza Rai - e fa parte delle sensibilità che abbiamo trasmesso al management». «Il nostro obiettivo - conclude - è che le retribuzioni vengano assegnate e pagate senza un’ingegneria legata a società di produzione esterne». Non proprio un “editto bulgaro”, ma la posizione del capo politico 5 Stelle è condivisa dai suoi: «Anziché seguire lo share o programmi di tv commerciali, serve investire bene - afferma il senatore pentastellato, Alberto Airola -. Vogliamo vedere i compensi e i soldi che vengono dati, soprattutto alle grandi produzioni. Penso al caso di Fazio, ma non solo: attualmente non c’è trasparenza in merito».
Fazio: «Parliamo di soldi ma anche di contenuti»
Passano poche ore ed ecco arrivare la replica del conduttore di «Che tempo che fa»: « Gentile Sig. Ministro Di Maio - scrive Fazio in una nota - colgo al volo il suo auspicio al buon senso e le do tutta la mia sincera disponibilità sin d’ora a parlare di televisione, di costi e naturalmente di ricavi, di opportunità, di compensi e guadagni e di ogni aspetto che riguarda la produzione dei programmi, delle produzioni esterne e del mio lavoro. E soprattutto, se lo riterrà utile, a parlare di prodotto e di contenuto»


P.S.
Quel sant'uomo di Matteo, Renzi, aveva proposto un referendum  costituzionale. Uno dei punti sottoposto alla consultazione popolare era la riduzione dei parlamentari, con la quasi soppressione del Senato, della quale si torna a discutere regolarmente, senza che mai nulla accada. In quei mesi si discuteva perfino della riduzione del compenso ai parlamentari che, come si è risaputo in questi giorni da un acquirente di parlamentari molto noto, che ammonterebbe a circa 14.000 Euro mensili. Un compenso mensile che nessuno a quasi dei parlamentari anche nella più fulgida delle carriere professionali, andrebbe a percepire, semplicemente perché nessuno glieli darebbe, in quanto immeritati, mentre in Parlamento  li prendono senza badare né al merito né alla competenza, ma solo alla volontà(?????) popolare, cosiddetta.

 Il noto acquirente di Parlamentari si è rifatto vivo per accogliere in FI un parlamentare grillino promettendogli due cose:  che  sarà candidato e rieletto, probabilmente, in barba al limite del secondo mandato che vige fra le ' stelle cinque', e che resterà nelle sue tasche l'intero emolumento da Parlamentare, mentre ora  è costretto a darne una parte, ben 8.000 dei complessivi 14.000 circa, alle casse del Movimento.

Dunque 14.000 Euro mensili circa, piove o tira vento, e con appena 55 ore circa di seduta parlamentare in Aula, in sei mesi di legislatura, come da un conteggio di Ainis, il noto costituzionalista, quando  dovrebbero aver preso di compenso  85.000 Euro circa, e che in un anno supera di gran lunga i 160.000 Euro? Questi, dalle nostre parti, si chiamano 'Compensi  D'ORO' ingiustificati e perciò da ridurre se non addirittura da sforbiciare senza pietà

 Beh, Di Maio che vuole ridiscutere lo stipendio di altri, nel caso di Fabbio, detto Fazio, pensi anche a tagliare quello suo e dei suoi compagni parlamentari . O, anche in questo caso coi i soldi degli altri si fa qualunque cosa, mai però mettere mano ai propri. Capito Di Maio ?
In queste settimane, quando si è parlato molto dei taglio ai vitalizi in essere, di taglio alle pensioni cosiddette 'd'oro', perchè Giggino e Matteo, 'il nero', non danno il buon esempio ai cittadini, tagliandosi non le vene - non serve- ma i propri compensi da Parlamentari?

P.P.S.
Ieri Il fatto quotidiano ha pubblicato una lunga intervista a Giggino, effettuata nella redazione del giornale alla presenza del direttore e di alcuni redattori. L'abbiamo letta e riletta, e man mano che andavamo avanti non credevamo ai nostri occhi; ma ora, al solo pensiero di quella intervista - per il suo contenuto riguardante in buona parte il 'reddito di cittadinanza', - ci scompisciamo dalle risate. I giornalisti del Fatto evidentemente no, erano lì incantanti ad ascoltare il 'profeta del nulla'.

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