In piazza Sofia è stata imbandita una tavola con i piatti del menu tipico del Natale ortodosso: ravioli, crepes, insalate e dolci. A centro tavola il filo spinato separa le pietanze dai commensali. Sette ragazzi in uniformi militari con delle ciotole da carcerati vuote e lo sguardo basso. Dietro di loro un muro di donne con cartelloni e slogan. "E' il natale dei prigionieri del battaglione Azov", urla un portavoce ai passanti e giornalisti che si sono fermati a immortalare la scena. Con questo sit in nel centro di Kiev, circondato da un battaglione di nuove reclute in passamontagna e abiti neri, si è scelto di ricordare i prigionieri dell'acciaieria di Mariupol che ancora sono nelle mani di Mosca e passeranno il Natale in cattività.
Un cartello in mano a una ragazza bionda indica il numero 222. Sono i giorni passati dalla resa dell'ultimo battaglione di militanti del gruppo che per settimane hanno resistito all'assedio russo nella città di Mariupol. Un centinaio di loro sono stati liberati nel corso di diversi scambi di prigionieri con la Russia. Ma 700 rimangono nelle mani del nemico e proprio per chiedere la loro liberazione i famigliari si sono dati appuntamento in una delle piazze principali, di fronte all'albero di Natale della città, per attirare l'attenzione mondiale sulla questione ancora aperta dei prigionieri...
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