Sembrava essere tornati ai tempi antichi, quando la Rai in occasione di fatti particolarmente funesti - morti, tanto per intenderci ma anche cataclismi - interrompeva le trasmissioni in palinsesto per trasmettere musica, dando l'idea che la musica, quella classica, che solitamente è di autori morti, è roba per commemorare altri morti.
Ma oggi Rai 5, il canale 'colto' della tv di Stato, ha fatto di più. Ha ritrasmesso una celebre registrazione video di un concerto, che avrà una cinquantina d'anni, diretto da Karajan con i Wiener Philharmoniker, dalla Sala d'oro del Musikverein di Vienna.
In programma Un Requiem tedesco di Johannes Brahms, il capolavoro sinfonico corale che, dopo la morte di Karajan, a Salisburgo lo ha spesso diretto Riccardo Muti, assunte le precauzioni scaramantiche, dopo che la vedova del maestro lo acclamava suo erede artistico.
Perchè siamo convinti che alla direzione di Rai 5 ci deve certamente un genio?
Perchè Rai 5 per commemorare Benedetto XVI, appena scomparso, ha scelto un Requiem - qualunque altra musica non era opportuna allo stesso modo? - ma in questo caso un Requiem qualunque non bastava. Per commemorare un papa 'tedesco' ci voleva un Requiem che fosse almeno 'tedesco', non solo nel senso che fosse in lingua tedesca, la lingua di Ratzinger; ma che avesse qualcosa di ancor più tedesco; che recasse, ad esempio, l'aggettivo 'tedesco' financo nel titolo. E cerca che ti ricerca l'ha trovato nel capolavoro brahmsiano.
Avete capito che finezza ed acutezza di scelta?
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