Il Premio Una vita nella musica 2022 a Charles Dutoit. La cerimonia di premiazione si è svolta oggi, sabato 17 dicembre 2022, alle ore 11.30 nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.
Dopo Arthur Rubinstein, Mstislav Rostropovič, Claudio Abbado, Karl Böhm, Carlo Maria Giulini, Leonard Bernstein – solo per citare alcuni dei musicisti che hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento, creato nel 1979 da Bruno Tosi per celebrare le personalità più illustri della scena musicale internazionale e giunto quest’anno alla trentaquattresima edizione – l’osannato maestro francese è stato insignito di questo prestigioso riconoscimento. Nella prima edizione il premio fu attribuito al pianista Arthur Rubinstein.
Il comitato scientifico formato da Oreste Bossini, Massimo Contiero, Andrea Estero, Gian Paolo Minardi e Francesca Valente, con Giorgio Pestelli presidente, ha assegnato inoltre:
all’interprete Luca Giovannini (violoncello),
alla compositrice Diana Syrse
al musicologo Davide Pulvirenti
Il Premio Una vita nella musica Giovani, categoria speciale dedicata alle nuove generazioni della quale si celebra quest’anno la nona edizione.
Durante la cerimonia di premiazione, il violoncellista Luca Giovannini ha eseguito la Suite per violoncello solo di Gaspar Cassadó.
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Charles Dutoit, ritornato in attività dopo la sosta forzata ed impostagli per le accuse di molestie, dalle quali è stato poi scagionato, per "mancanza di prove", risulta nella storia del premio veneziano il musicista più avanti negli anni ad essere stato insignito dal premio 'Una vita nella musica'. Ha infatti 86 anni. Più anziano anche di Rubinstein, primo fa i musicisti ad essere premiato a Venezia, nel corso di una indimenticabile commovente cerimonia, circondato dall'affetto e stima di tanti altri musicisti presente alla Fenice, nel 1979, che aveva 82 anni. Il maestro non suonò il pianoforte, si ascoltò in teatro una sua registrazione
Dutoit, invece, dirige questa sera un concerto sinfonico con l'Orchestra della Fenice, con lo stesso programma che ha diretto una settimana fa, nel teatro di Udine.
Tornando all'età dei premiati, ancora più vecchio risultò Mario Messinis, a cui il premio fu attribuito nel 2021, ma 'alla memoria', giacchè era scomparso l'anno prima alla veneranda età di 88 anni.
Messinis se ricordiamo bene fece parte della giuria del Premio, dopo la morte di Tosi.
Ma se volevano attribuirgli il prestigioso riconoscimento, per i suoi altissimi meriti - come si legge nella motivazione ' alla memoria' - perchè non glielo hanno dato quand'era in vita?
Nella edizione di quest'anno stupisce la competenza 'internazionale' della giuria che premia, per la sezione 'Giovani' del premio, una compositrice messicana, Diana Syrse, che è a Venezia borsista residente in una accademia tedesca. Al violoncellista Giovannini il Premio potrà servire come trampolino nella grande carriera concertistica
Come anche il premio al musicologo siciliano, Davide Pulvirenti, autore di un importante ricerca sul teatro settecentesco, premiata dalla De Sono torinese, come torinese è Giorgio Pestelli che la giuria presiede e che anche in altri casi ( comitati scientifici di riviste musicologiche) ha prestato un occhio di particolare attenzione a quel che accade in molti campi nella sua Torino e nel Piemonte.
Qualche volta non abbiamo ritenuto di dover eccepire sul verdetto della giuria, come quando attribuì il premio ad una coppia di direttori italiani, come se uno solo non fosse sufficientemente meritevole: Giannandrea Gavazzeni e Franco Ferrara.
Le nebbie luganari non sempre si diradano ( P.A.)
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