Beh, certo, entrare per la prima volta alla Scala, entrarci a Sant'Ambrogio e, come non bastasse, prendere posto nel Palco reale, in prima fila, non è che capiti tutti i giorni ad una donna, per giunta ancora frastornata da quel che le è capitato soltanto un paio di mesi fa: salire cioè a Palazzo Chigi per abitarvi, e ricevere la campanella - che segna il passaggio da un premier all'altro - da Mario Draghi. Perciò è comprensibile che sia apparsa, Giorgia Meloni, senza nessuna intenzione denigratoria, a molti come una Cenerentola che entra per la prima volta nel palazzo del principe, 'addobbata' per l'occasione.
Che ci entra perchè una carrozza lucente, quella del premierato , l'ha prelevata dalla sua dimora e condotta a palazzo. Dunque nessun insulto, nessuna ironia. Perchè a tutti appariva evidente quanto Lei si sentisse spaesata - possiamo dire: 'fuori luogo' - in un teatro dove Lei, fosse dipeso da una sua scelta personale, forse non avrebbe mai messo piede.
Noi stessi, che di sale da concerto e teatri ne abbiamo frequentati tanti e non solo in Italia, se fossimo capitati per la prima volta, magari non per scelta ma perchè in certa maniera obbligati dalle circostanze, ci si passi il paragone ad un concerto rock o di Jovanotti, avremmo avuto la stessa aria spaesata dipinta sul volto. Un 'Cenerentolo', per essere più chiari e sintetici. E se qualcuno ce lo avesse fatto notare, non avremmo reagito indignati come ha fatto, dopo il resoconto di Repubblica, il quotidiano Il secolo d'Italia gridando allo scandalo, all'insulto quasi all'offesa recata alla premier.
Ora il rapporto fra destra e cultura, rapporto di semplice vicinanza per sua stessa ammissione, quasi inesistente, avendo da sempre la destra lasciato che della cultura si fregiasse come medaglia al valore la sinistra, è sotto gli occhi di tutti.
A Roma, ai tempi di Alemanno - lo abbiamo anche scritto numerose volte - nel Palco reale del Teatro dell'Opera si vedevano, alle 'prime', certe facce che...dio ce ne scampi e liberi. Arrivando a pensare che quelle presenze lordavano la sacralità del luogo. Brutte facce, gente che ben altri palchi frequentavano normalmente e che non avrebbero mai scelto di essere all'Opera, se non per essere esibiti come trofei dai governanti di destra, per attestare pubblicamente il loro accesso in salotti romani dai quali era forse meglio stare alla larga.
Giorgia Meloni non fa certo parte di quella risma, è troppo intelligente e poi... è la premier italiana, la prima nella storia della repubblica. Noi, però, scommettiamo che Lei non avrebbe scelto di passare una serata a teatro, come forse non l'aveva mai fatto in tutta la sua vita, se non pochissimissime volte, e forse mai in un teatro d'opera.
In questo, Lei è in compagnia di tantissimi altri politici, molti dei quali della sua stessa destra, che non hanno mai messo piede in un teatro o in una sala da concerto, pur vivendo e facendo vita 'pubblica' nel paese celebre nel mondo anche per la musica.
Questo forse si è voluto sottolineare, magari con una punta di sfottò , quando si è dato della 'cenerentola' alla premier.
Che adesso, qualche altra volta almeno durante il suo premierato, ci piacerebbe, anche per lei, vederla a teatro, magari per un'opera meno violenta e sanguinaria del Boris che le è toccato, per il battesimo scaligero.
Per intanto dobbiamo registrare che questo Governo, come arma di distrazione di massa, usa la modifica dei nomi dei vari dicasteri. Ed anche del Fondo Unico per lo Spettacolo, il cosiddetto FUS, che d'ora in poi si chiamerà Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo (FNSV). Mamma, che prodezza!
Ed anche che, sempre questo governo, intende togliere ai diciottenni il cosiddetto 'bonus cultura' che alcuni giovani - questa la scusa del governo - hanno utilizzato male, senza pensare invece che milioni l'hanno usato quale mezzo di accesso alla cultura, come negli intenti del legislatore che l'aveva voluto e che naturalmente non era di 'destra'. Insomma, vien da temere che 'chi mal comincia è a metà della distruzione'.
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