giovedì 22 dicembre 2022

Ad uso di chi ancora vuol conoscere la ragione per cui ci beccammo una denuncia di Michele dall'Ongaro. Dalla quale fummo completamente scagionati dal tribunale dell'Aquila

                          Fogli d’album ( Music@, marzo-aprile 2008)


                              Compagnia della buona radio

Un tempo, nella benedetta era democristiana, profitti e ricavi radiofonici ( per diritto d’autore, a seguito di trasmissione ) venivano spartiti fra editori secondo percentuali che, seppur discutibili, assicuravano ad autori ed editori il pane e ad alcuni anche il companatico.
Tale criterio di distribuzione/divisione fra autori, a seconda del peso delle rispettive case editrici, riguardava soprattutto la musica contemporanea: dalle trasmissioni radio, più che da ogni altra fonte, i compositori traevano mezzi di sussistenza, per via dei diritti d’autore. Per una esemplificazione approssimativa (ma non tanto), se a Casa Ricordi apparteneva il 50% delle musiche trasmesse, alla Sonzogno il 20%, a tutti gli altri il restante 30% ( per essere chiari: a Curci, Edipan, BMG ecc..). Poi le case editrici, a loro volta, distribuivano i proventi fra i propri compositori, assicurando a taluni solo il pane, ad altri anche caviale e champagne, anche se caviale e champagne se lo potevano permettere pochissimi.

Certo non si andava tanto per il sottile, nessuno stava lì a discutere quale opera trasmettere, ma le percentuali grosso modo venivano rispettate; gli editori le contrattavano direttamente con la Rai, e le eccezioni dovevano essere compensate in breve tempo. Non era il migliore dei mondi possibili, ma almeno i musicisti non venivano solitamente gettati sul lastrico.

Ora Radio Tre resta ancora l’unico canale radiofonico pagatore, per il settore classico, ma di regole sembra non ve ne siano più. 

Qualche editore è scomparso dalla scena ( Edipan), qualcun altro invece sì è fatto avanti ( come Rai Trade, omonima casa editrice della consociata Rai); ma chi decide quale autore trasmettere, lo fa seguendo criteri a dir poco ‘personali’, comunque di pubblica inutilità. 
Ed un compositore, che per puro caso, è il responsabile della programmazione musicale, primeggia su tutti quanto a presenze. 

Leggete di un collegamento da un teatro di periferia ( geografica, soltanto)? vi domandate il perché , la risposta potrebbe essere che a breve, toccherà sorbirvi anche un pezzo da concerto da quel teatro periferico del compositore/programmatore; 
c’è un piccolo festival a Radio Tre? quel festival programma anche un suo pezzo da camera; 
un grande festival di musica contemporanea è gratificato da collegamenti continui? c’è anche una ‘commissione’ per lui ; collegamenti frequenti da un altro festival intitolato ad un grande nume del passato che ha per guida un letterato? Ci tocca la sorpresa di una quelle cose che chiamano ‘melologo’ od opera ‘à la manière de…’ del nostro autore, su libretto del letterato suddetto; un altro melologo ci tocca anche e per la medesima ragione, dall’arena più grande del mondo; 
e il Prix Italia, ca va sans dire, poteva sottrarsi al battesimo di un’opera, ‘radiofonica’ naturalmente. del nostro grande compositore? 
Anche in un Festival che celebra Sinopoli, dove è accasata la ciurma di Radio Tre, radiotrasmesso manco a dirlo, c’è lui, il grande compositore: presenta un’azione scenica in coppia con un suo assiduo compagno di giochi. 
Speriamo di essere stati completi, per lo meno per quel che riguarda gli ultimi tempi; se non lo siamo stati non ce ne voglia il grande compositore, rimedieremo in un’altra occasione. 
In tutti i casi, è ovvio, si tratta di semplici coincidenze.

Ci sono, naturalmente, alcune eccezioni. 
Per esempio, la musichetta di inizio e fine di quasi tutte le rubriche di Radio Tre non è del nostro grande compositore, bensì del defunto Luciano Berio ( più esattamente di Schubert). Ma a Schubert non andrà una lira, mentre a Berio ed ai suoi eredi un vitalizio, vita natural durante (degli eredi). A proposito perché non toglie quella redditizia musichetta e ne mette una sua, il grande compositore?

Titoli di coda. Abbiamo scritto del Teatro di Cagliari, delle Settimane del Teatro Olimpico di Vicenza, del Festival di Musica della Biennale, del Festival Pergolesi di Jesi, dell’Arena di Verona, del Festival Sinopoli di Taormina; 
e Michele Dall’Ongaro è il nome del celebre compositore. ( P.A.)

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