Se vi capita di guardare, come è capitato a noi, o se non vi perdete una sola puntata del programma mattutino di Rai 2, inventato, diretto, partecipato da Fiorello, Viva Rai 2 , avrete senz'altro notato come quel siciliano indiavolato sia riuscito a stravolgere le convenzioni, le abitudini, ad abbattere le barriere del mondo dello spettacolo, anche le più radicate.
Da lui ci vanno cantanti di ogni parrocchia e genere, attori, scrittori, giornalisti, ballerini. E, come ci ha rivelato uno dei pochissimi autori ( a proposito: come mai così pochi mentre per altre trasmissioni, che non valgono un fico secco, c'è una sfilza di autori, collaboratori e magnamagna) c'è una fila di persone di ogni età, colore della pelle, nazionalità, sesso e religione, che chiede di partecipare, nonostante l'orario ( alzarsi all'alba, per due minuti di notorietà!) e la fredda stagione.
Tutti, la mattina, da Fiorello, non solo chiedono di partecipare, ma ci vanno anche gratis e ringraziano pure.
Che cosa Fiorello dovrebbe insegnare? Che certe convenzioni sono ormai fuori uso e non vanno più alimentate.
Una per tutte? In Italia, non sappiamo se accade anche all'estero, in una città come Roma - la cosa vale anche per Milano e non solo - se ci sono più di una istituzione musicale, tutte finanziate con soldi pubblici, guai a immaginare che un direttore dell'una diriga anche saltuariamente, o almeno una volta, nell'altra.
Negli anni in cui Daniele Gatti è stato direttore musicale dell'Opera, è andato più di una volta a dirigere a Santa Cecilia, mentre - guai solo a pensarlo - Pappano, sollecitato e stuzzicato tante volte, non è MAI andato a dirigere all'Opera. E Pappano è stato a Santa Cecilia per quasi vent'anni. S'era detto disposto, a patto di trovare il tempo. Evidentemente non l'ha ancora trovato. Ma ha di tempo ancora un anno, chissà che non ci faccia la grazia!
In anni lontani, chi non ricorda, sempre a Roma, che Santa Cecilia non invitava mai Boulez che andava solo alla Filarmonica dalla sg.ra Panni, dove si sentiva più a casa che a Santa Cecilia, proprio come Salvini che si sente più a casa a Mosca che a Roma; però è da Roma che si fa mantenere ' a caviale e champagne' ( speriamo per poco ancora).
La stessa cosa dicasi per Milano, dove c'è 'lotta continua' fra Scala e Orchestra sinfonica, già 'Giuseppe Verdi'. Chailly, che è cresciuto alla Verdi, ora che è alla Scala, mai a poi mai dirigerebbe la sua ex orchestra.
Ma tutti questi signorini, finanziati con i soldi di tutti, non sarebbe ora che rispondessero al paese di tale atteggiamento antistorico?
Fiorello ha dimostrato che se fai qualcosa di valido non c'è nessuno che ti neghi una presenza, anche gratis: maschi e femmine, grandi e piccoli, neri, bianchi e gialli di questa o quella agenzia, di questa o quella casa discografica, di questa o quella tv, questo o quel giornale ecc...ecc...
Perciò... i vari Pappano, Chailly - mettiamoci anche Muti che va ormai dappertutto in Italia, ma mai e poi mai a Mlano e Roma, e tanti altri... stupiteci!
Nessun commento:
Posta un commento