Gli oligarchi e le società russe hanno già presentato alla Corte di giustizia dell'Unione europea (TUE) un totale di 61 cause contro le sanzioni imposte per l'invasione dell'Ucraina, secondo le stime del quotidiano "Bild" basate su documenti giudiziari.

Archivio - Il proprietario del Chelsea, il miliardario russo Roman Abramovich - PHIL COLE / ZUMA PRESS / CONTACTOPHOTO
Archivio - Il proprietario del Chelsea, il miliardario russo Roman Abramovich - PHIL COLE / ZUMA PRESS / CONTACTOPHOTO© Fornito da News 360

Gli oligarchi russi Grigory Berezkin e Gennady Timchenko, ad esempio, chiedono un risarcimento per i "danni morali" che avrebbero subito a causa delle sanzioni.

Berezkin, nel suo caso, sostiene di aver "subito un grave danno alla reputazione" e che "non esiste alcun legame materiale tra lui e la politica della Russia in Ucraina", secondo il suo dossier. L'oligarca sostiene inoltre di non sostenere il governo della Federazione Russa e chiede un pagamento simbolico di 1 euro come risarcimento per i danni morali.

Timchenko, che vive in Svizzera, chiede invece un risarcimento di 1 milione di euro, accusando l'UE di un "errore di valutazione" per quanto riguarda "la relazione tra il richiedente e il presidente Vladimir Putin".

Tra gli altri ricorrenti di spicco in Lussemburgo figurano l'ex proprietario della squadra di calcio inglese FC Chelsea, Roman Abramovich, e Mikhail Fridman, fondatore e amministratore delegato del grande gruppo finanziario Alfa-Group.

Va ricordato che venerdì scorso l'Unione Europea ha approvato esenzioni dalle sanzioni sul trasporto marittimo di fertilizzanti e prodotti alimentari che mirano a facilitare le transazioni di prodotti agricoli, fertilizzanti e concimi russi verso Paesi terzi e che, in pratica, andranno a vantaggio degli oligarchi russi.

A seguito della decisione di giovedì al vertice dei leader dell'UE sul nono ciclo di sanzioni contro la Russia come ritorsione per l'invasione dell'Ucraina, il blocco consentirà l'accesso alle risorse finanziarie congelate ai proprietari di aziende chiave nel settore dei fertilizzanti e degli alimenti, alleggerendo l'onere per le autorità portuali che ora stanno lottando per elaborare le transazioni che potrebbero violare le sanzioni dell'UE.

Le successive tornate di sanzioni dell'UE contro la Russia non hanno mai interessato settori come il commercio di fertilizzanti o prodotti agricoli russi, ma ora l'UE, spinta da sei Stati membri con interessi portuali, indica esplicitamente nelle sanzioni le esenzioni per gli individui con un'attività significativa nel settore, per facilitare la gestione delle transazioni commerciali.

Ciò consente di scongelare alcune risorse economiche "necessarie" per l'acquisto, l'importazione o il trasporto di prodotti agricoli e alimentari, tra cui grano e fertilizzanti.

Fonte: (EUROPA PRESS)