L’Europa dice sì alle telefonate in volo, gli Stati Uniti ribadiscono il loro no. E con un fronte contrario — oltre l’Atlantico — che vede, insieme, compagnie aeree, piloti, assistenti di volo e persino passeggeri. Ci sono però voluti sette anni di discussioni, critiche, polemiche e avvertimenti: alla fine le autorità americane si sono arrese e hanno deciso di archiviare la possibilità di effettuare chiamate in alta quota. Almeno in questo periodo.
La decisione Ue
Come raccontato dal Corriere a novembre la Commissione europea ha dato l’ok all’aggiornamento di una decisione del 2008 e dato tempo fino al 30 giugno 2023 ai Paesi membri per assegnare ai velivoli le frequenze 5G. Con questo intervento «i passeggeri in volo dentro l’Ue potranno così utilizzare lo smartphone al massimo delle potenzialità, comprese le chiamate», dice Bruxelles in una nota. Da quel momento le compagnie aeree potranno autorizzare le conversazioni telefoniche.
La proposta americana
Ma com’è andata negli Usa? Il 12 dicembre 2013 la Fcc (Commissione federale per le comunicazioni) ha proposto di rivedere le regole sulle comunicazioni mobili a bordo dei velivoli, prevedendo così la possibilità di autorizzare anche le chiamate in alta quota. Si è a quel punto aperta una consultazione pubblica che è andata avanti fino all’autunno 2020. Il 24 novembre di quell’anno, con una nota di due pagine, la Fcc si è arresa per non aver trovato «alcuna soluzione ragionevole che mettesse d’accordo gli interessi divergenti» delle parti. Non solo. «C’è una forte opposizione alle proposte della Commissione da molti interlocutori in questo procedimento, inclusi i piloti delle compagnie aeree e gli assistenti di volo».
Le reazioni
Vale la pena recuperare alcuni di quei commenti alla proposta della Fcc. «Le telefonate in volo devono essere proibite per ridurre i problemi a bordo», lamentano diversi sindacati del personale di cabina. «Molti assistenti di volo e viaggiatori trovano inaccettabile la possibilità di diverse chiamate in simultanea durante il viaggio». Non solo. Aggiunge un’associazione di categoria che «le chiamate potrebbero anche essere pericolose anche perché si tende a parlare a voce più alta al telefono che durante una conversazione faccia a faccia» cosa che «aumenterebbe la rumorosità a bordo».
Le criticità
Se l’uso dello smartphone non è più pericoloso come prima per le apparecchiature elettroniche del velivolo, «consentire le chiamate durate il volo costituirebbe un rischio inaccettabile per la sicurezza dal momento che comprometterebbe la possibilità degli assistenti di volo di svolgere le proprie mansioni in modo appropriato e di mantenere l’ordine durante un’emergenza e aumenterebbe il rumore e le tensioni tra i passeggeri».
La decisione
Ma cosa potrebbe succedere se gli Usa dovessero cambiare idea e consentire le telefonate in volo? C’è chi dice no a prescindere. In una lettera del 2017 United Airlines, una delle più grandi compagnie aeree del mondo, ha già comunicato che non darà l’ok alle chiamate a bordo «anche se la futura regolamentazione dovesse permetterlo: i nostri dipendenti e clienti non vogliono questa possibilità a bordo. Crediamo che questa sia la cosa giusta da fare, così da rendere più piacevole l’esperienza di viaggio».
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