Per l'autorevole Economist è fallimentare la linea diplomatica di Papa Francesco sull'Ucraina. Si tratta di una critica durissima a come il pontefice ha impostato in questi dieci mesi di conflitto le azioni della Santa Sede, caratterizzandole da un continuo “zigzagare” tra le due parti in conflitto, appiattendo il Vaticano su uno schema più sensibile a Mosca che non a Kiev e, soprattutto, facendo affiorare un pregiudizio di fondo: «il primo Papa latinoamericano ha una profonda sfiducia negli Stati Uniti e ritiene che il posto del Vaticano sia a metà strada tra l'Occidente e i suoi nemici. La sua incapacità di vedere l'ovvio in Ucraina evidenzia i limiti di questo tentativo di equidistanza». Inoltre, descrive l'Economist in un editoriale, egli è certamente «aperto alle interviste» ma «riluttante ad ascoltare i diplomatici ufficiali del Vaticano, formando invece le sue opinioni in conversazioni con una cerchia mutevole di interlocutori». Come dire che Papa Francesco ha di fatto esautorato il corpo diplomatico e i suoi principali consiglieri in Segreteria di Stato, dal cardinale Parolin a monsignor Paul Gallagher, privilegiando i consigli di amici e religiosi gesuiti che vanno ascritti al cerchio magico di Santa Marta, .
Nessun commento:
Posta un commento