martedì 27 dicembre 2022

Installazione d'arte a cielo aperto sopra la sala del Maggio Musicale Fiorentino. Opera di Alfredo Pirri ( da Il Messaggero, di Simona Antonucci)

 Una “città metafisica” che ha le sue radici dentro la musica e il suo respiro nel paesaggio toscano. Cambia colore secondo l’alternarsi del giorno e della notte, così come cambia il suono in ogni battito di un concerto. Si chiama Prospettive con Orizzonti, l’installazione site-specific di Alfredo Pirri che nasce come copertura del nuovo Auditorium del Teatro del Maggio Musicale, realizzato su committenza del Comune di Firenze, dalle imprese Sac spa e I.g.i.t. spa e progettato dallo studio Abdr Architetti Associati. Opera monumentale che è stata donata a Firenze dall’ingegnere Emiliano Cerasi, ceo dell’impresa romana, la SAC Spa, che ha portato a compimento la creazione contemporanea e, prima ancora, l’edificio che ospita la prestigiosa stagione musicale.

 

PALAZZO MERULANA

«Dopo una storia d’amore lunga dieci anni, volevo restituire qualcosa alla città di Firenze. Ed essendo un appassionato d’arte, ho pensato che dovesse essere proprio un’opera d’arte a suggellare la fine di questo straordinario percorso», spiega Cerasi, durante la cerimonia di consegna, che si è svolta ieri, con il sindaco Dario Nardella, il sovrintendente Alexander Pereira e l’artista Alfredo Pirri. «Lo stesso desiderio che hanno avuto i miei genitori, quello di restituire qualcosa a Roma, aprendo Palazzo Merulana e mettendo a disposizione la collezione di famiglia di artisti dei primi anni ‘30 del Novecento della Scuola Romana». Un desiderio accolto anche dalla I.g.i.t. Spa, permettendone la condivisione con il pubblico. «È un progetto che mette insieme arte e musica e che caratterizzerà sempre di più questa porzione di città, vocata alla cultura», ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, «grazie ad Alfredo Pirri, uno dei massimi artisti contemporanei, e al dono dell’ingegner Cerasi, il Maggio musicale fiorentino ha un’opera d’arte permanente unica nel panorama italiano dell’arte, anche per dimensioni, che arricchisce tutta l’infrastruttura del Teatro».

Presidente Mattarella

Un regalo che si estende su più di duemila metri quadrati (realizzato con un cemento colorato in pasta, di grande tenuta alle sollecitazioni ambientali e con una resistenza cromatica molto elevata) e abbraccia un’altra opera: un guscio dall’acustica eccellente inaugurato il 21 dicembre 2021 proprio dal maestro Mehta cui è stata intitolata la sala dopo mezzo secolo di sodalizio musicale. Un evento che venne presenziato dal presidente Mattarella, a 10 anni esatti dalla data iconica del 21 dicembre del 2011, quando fu battezzato il nuovo Teatro. E non poteva che essere il 21 dicembre il giorno della presentazione e dell’apertura al pubblico della sistemazione degli spazi esterni con l’installazione che trasforma in fantasia l’area al limitare del Parco delle Cascine: un ponte di suggestioni, di cemento, acqua e specchi, tra l’edificio contemporaneo, fabbrica di musica, e la città secolare, fabbrica di cultura. «Questo mio lavoro», spiega Pirri, «si propone di dialogare con il paesaggio cittadino, in un’altalena tra presente e passato. Nasce come una sequenza di forme piene e vuote che si inseguono in un succedersi cromatico e luminoso che muta con la luce: una staffetta rispetto a un lavoro architettonico in corso d’opera».

PALCO AVVENIRISTICO

Ed è stata una sorta di staffetta quella che ha portato a compimento, nei tempi prestabiliti, la realizzazione dell’Auditorium che sostiene l’installazione. Un percorso, complicato, con cantieri delicati che in corso d’opera hanno cambiato marcia per allinearsi a esigenze artistiche, acustiche e logistiche: concepito in origine per la sinfonica, l’auditorium è stato arricchito di boccascena e buca d’orchestra per ospitare anche spettacoli lirici, soprattutto negli ultimi mesi, durante i quali erano in corso i lavori di completamento dei ponti mobili del palco del Teatro. «Tutto realizzato mentre era in corso la stagione», aggiunge Cerasi, «mandare avanti il cantiere con la mia “orchestra” decisamente rumorosa, senza intralciare i concerti, è stata una prova indimenticabile. Ma siamo al traguardo. Il 27 dicembre consegneremo anche il Teatro. Ora il palco vanta una tecnologia avveniristica. La scenotecnica inferiore (la prima parte venne finita nel 2014) è dotata di un carro girevole e di carri laterali che permettono il movimento del palco, anzi una moltiplicazione dei palchi e delle quinte: come avere tre scene pronte per fare tre opere diverse nell’arco della stessa giornata. Un apparato sofisticato che consente una flessibilità di programmazione incredibile e che renderà il Maggio uno dei teatri più all’avanguardia del mondo».

DANIELE GATTI

A inaugurare il rinnovato palco della Sala Grande, questa sera, alle 19, (è stato proclamato uno sciopero, ma sono in corso trattative)  il direttore principale Daniele Gatti, che salirà sul podio del Maggio per il Don Carlo di Giuseppe Verdi. La regia è di Roberto Andò, in cartellone un cast formato da Francesco Meli come Don Carlo, Eleonora Buratto nel ruolo di Elisabetta di Valois; Mikhail Petrenko nel ruolo di Filippo II, Roman Burdenko come Rodrigo, Marchese di Posa. «Un’esperienza incredibile per un costruttore», conclude Cerasi, «L’arte ha unito tutti in un progetto innovativo. E che finalmente potrà essere goduto nella sua interezza». 

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