La triste verità» è che non è ancora arrivato il momento di negoziare per porre fine alla guerra in Ucraina. Nel 290esimo giorno di invasione, il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba chiude al dialogo con Mosca dopo che ieri Vladimir Putin aveva parlato di un accordo «inevitabile» da trovare prima o poi per mettere fine al conflitto. «La ragione è proprio Putin», ha osservato Kuleba, perché «se vuoi la pace non mandi missili ogni settimana per distruggere le nostre infrastrutture. Non continui a mandare militari per catturare le nostre città. Non annetti territori che sono di altri».
La logica è chiara, la pace è lontana. In ogni caso, prima o poi «arriverà il momento della mediazione - ha concesso Kuleba - e se la Santa Sede vorrà partecipare sarà benvenuta». Per Kiev però esiste una sola formula di risoluzione del conflitto, che parte prima di tutto dall'integrità territoriale dell’Ucraina. Una possibilità inaccettabile per il Cremlino.
Quindi, si continua combattere. Perché «la pace per un Paese sotto attacco non può essere raggiunta deponendo le armi. Non sarebbe pace, ma occupazione», ha osservato chi della pace ha vinto il premio Nobel: Oleksandra Matviychuk, che a Oslo ha ritirato il riconoscimento assegnato al Centro per le libertà civili (Ccl) dell'Ucraina, di cui è direttrice.
Sempre ieri, Il Consiglio dell’Ue ha raggiunto un accordo, aggirando il veto ungherese, su un pacchetto legislativo che consentirà all'Ue di aiutare finanziariamente l'Ucraina per tutto il 2023 con 18 miliardi di euro.
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato la complicata situazione nella regione di Odessa: «Dopo l'attacco russo con droni iraniani, la città e altre località del distretto sono al buio: più di un milione e mezzo di persone nella regione sono senza elettricità.
Solo le infrastrutture critiche sono collegate, per quanto è possibile fornire corrente». Per riparare il sistema elettrico danneggiato potrebbero volerci fino a due o tre mesi: «Se si ha l'opportunità di lasciare temporaneamente la città e le zone rimaste senza corrente, allora vale la pena farlo»: è il messaggio ai residenti lanciato dal Dipartimento dei sistemi energetici della regione di Odessa dopo la comunicazione dell'operatore elettrico statale Dtek che ha avvertito dei tempi lunghi per il ripristino della corrente.
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