Un invito era arrivato anche al neo presidente del Senato della Repubblica. Ignazio La Russa non ha mai nascosto di essere un grande tifoso di calcio, interista sfegatato, già presidente dell'Inter Club di Palazzo Madama. Quindi s'immagina che l'invito per partecipare ai mondiali di calcio in Qatar sarebbe stata cosa calcisticamente ben gradita. Eppure il numero due di Fratelli d'Italia ha detto no e il perché lo ha svelato oggi in un'intervista a Quarta Repubblica.
Non c'entra il Qatargate, su cui pure il presidente si è detto "dispiaciuto" e "scandalizzato" per una "vicenda che infanga la politica e anche un po' l'Italia". L'idea arriva da prima, benché oggi risulti di sicuro una scelta per così dire azzeccata. "Non era per lo scandalo - ha spiegato La Russa a Nicola Porro - Avevo già rinunciato molto prima. Perché mi sono reso conto che, benché io non sia mai favorevole a boicottare uno sport, mi ero però reso conto che le accuse a questi mondiali, non solo sul piano ambientale e sui lavoratori morti ma anche sulla opacità della scelta del Qatar, fossero tali che fosse più opportuno per il presidente del Senato non andare".
In fondo sul campionato del mondo qatarino si affastellano da tempo non poche ombre. Prima le accuse di presunte mazzette per spingere la Fifa ad assegnare al Paese del Golfo la competizione calcistica. Poi le polemiche e i silenzi sui diritti umani negati ai tanti lavoratori migranti che sarebbero morti sotto il peso della costruzione degli stadi. Infine, le infinite bagarre mediatiche sulla fascia da capitano "one love", sui diritti Lgbt, sull'ambasciatore qatarino secondo cui "essere gay è haram ed è una malattia mentale". Una grande bolla esplosa infine con l'indagine dei magistrati del Belgio ai danni di deputati, ex deputati e assistenti parlamentari dell'Assemblea europea. Per (sua) fortuna, La Russa se ne è tenuto alla larga.
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