La Fondazione Centro Studi Doc aderisce all’appello “A rischio il diritto all’indennità di discontinuità per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo!” insieme a La Musica Che Gira, UNITA, Arci Nazionale, Rete Doc, la Federazione Nazionale del Jazz e il Forum Arte e Spettacolo.
L'appello al Governo
Si rischia la bocciatura dell'emendamento Orfini sull’indennità di discontinuità.
Il diritto affermato dal Parlamento il 15 luglio per centinaia di migliaia di lavoratori e di lavoratrici dello spettacolo potrebbe non risultare esigibile.
Questo sarebbe inequivocabilmente segno che il Governo intende ignorare un intero settore produttivo del Paese.
L'approvazione dell'indennità di discontinuità è arrivata dopo un complicato iter di confronto durato anni tra la politica, le realtà del settore, professionisti e professioniste che ne fanno parte. Processo che, in caso di rifiuto delle coperture sull’indennità di discontinuità, sarà stato completamente vano.
L’indennità di discontinuità è lo strumento fondamentale per rendere i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo uguali a quelli degli altri settori, riconoscendo il lavoro indispensabile delle fasi di studio e progettazione, come imprescindibili e necessarie soprattutto in termini contributivi. Quel lavoro non visibile al pubblico ma che è indispensabile per ogni concerto, ogni spettacolo, ogni esibizione, è riconosciuto dall’ indennità di discontinuità: un diritto dei lavoratori e delle lavoratrici che per essere esigibile dal 2023 deve essere finanziato dal Governo con la legge di bilancio e che richiede l’approvazione dell’emendamento che stanzi almeno 150 milioni per finanziare il provvedimento.
Chiediamo al governo di mantenere gli impegni presi da tutte le forze politiche nella passata legislatura e di far rientrare la discussione sul reddito di discontinuità tra le priorità della legge di bilancio.
Convochiamo per martedì 20 dicembre alle 11.00 - presso la Sala Ilaria Alpi di Arci in via dei Monti di Pietralata 16 a Roma - la conferenza stampa per riferire degli sviluppi di queste ore dove ci auguriamo di poter dare le buone notizie che il settore merita da anni.
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