Franco Piersanti, uno dei nostri compositori più noti ed apprezzati, soprattutto nel settore delle musiche per film, ha lanciato attraverso una lettera al quotidiano Il Foglio una sfida a Beatrice Venezi, della quale non apprezza le qualità sia musicali che direttoriali e la cui direzione del 'Concerto di Natale' in Senato, lui bolla come l'investitura 'politica' della direttrice d'orchestra apertamente 'di destra' e perfino fiancheggiatrice di Giorgia Meloni che l'ha già fatta premiare per tale fedeltà, nominandola direttrice di 'Taormina Arte' e facendola nominare dal ministro Sangiuliano sua 'consigliera per la musica'.
Corrado Augias che non perde occasione per invadere il campo musicale, che non è il suo, onde avvalorare l'investitura Rai ' di maestro', ha colto a volo l'occasione ed ha bussato alla porta di Piersanti - letteralmente ' ha bussato', come ha scritto oggi su Repubblica - per chiedergli di spiegare il senso della sua sfida a Beatrice Venezi.
Piersanti nella sua lettera al Foglio ha detto: prendiamo un brano sinfonico del 'Secondo Novecento', una orchestra e poi saliamo a turno sul podio per 'concertarlo' pubblicamente. L'indicazione del 'Secondo Novecento' deriva dal fatto che un brano recente non può ancora vantare una tradizione con la quale misurarsi o assumere come metro di giudizio, e dunque più adatto a mettere in risalto le capacità, autonome, di un interprete.
Poi Augias, siccome di musica ne capisce eccome, chiede a Piersanti di spiegare il termine 'concertazione' che altro non è che la preparazione dell'esecuzione, le prove per essere ancora più chiari, durante le quali si capisce se un direttore è riuscito a penetrare nella musica che sta provando e se riesce a trasmettere il suo pensiero in proposito ottenendo dai musicisti suono, agogica, spessore che ritiene consoni.
La critica di Piersanti che riguarda anche la presenza di Venezi sul podio - dove sembra, almeno a noi, che diriga guardandosi allo specchio - dà il destro ad Augias per interrogarlo sulla gestualità dei direttori: gesto bello o brutto, efficace o inutile, teatrale o misurato, fluido o 'a strappi' ecc...
La riuscita di un concerto non è certo da misurarsi dal gesto del direttore, che può anche non essere bello e tuttavia risultare efficace e capace di ottenere dall'orchestra ciò che si vuole.
A tal proposito ognuno dirige come vuole o crede; ma prescindendo da certa gestualità specialissima, in certi casi quasi mitica ( Karajan, o Bernstein nell'esempio citato da Piersanti) noi siamo comunque disturbati da un direttore che sul podio si muove come un saltimbanco (Oren), ma anche da chi si agita a sproposito e più del necessario, come ci è capitato di rilevare giorni fa 'guardando' in tv un concerto diretto da Pappano, che sembrava 'tarantolato'. Al quale ci veniva da dire: 'datti una calmata!', anche considerando, per sua stessa ammissione, che non ha un bel gesto (bello da guardare' s'intende), ma efficace sì, come da generale ammissione.
Non possiamo dire ad oggi se la sfida lanciata alla Venezi da Piersanti avrà mai luogo - magari arbitrata da Augias, investito in tale ruolo dalla Rai - tuttavia già ora un vincitore c'è, estraneo ai due sfidanti, ed è Augias che è diventato il critico musicale meno competente ma più conosciuto; ma il cui nome cadrebbe sotto la mannaia della Venezi qualora riuscisse ad ottenere, con la benedizione di San-Giuliano, la creazione di un albo dei critici musicali.
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