Mosca lancia segnali sulla campagna militare mentre continuano le indiscrezioni sui flussi di armi, che chiamano in causa — di nuovo — la Nord Corea.
Gli obiettivi
Il capo di Stato Maggiore russo Valery Gerasimov ha indicato quale sia l’obiettivo dell’Armata: la conquista del Donetsk, la regione orientale teatro di combattimenti feroci, con perdite immense. Per il generale, in questo momento, vi sarebbe una «stabilizzazione» sui fronti. E forse è quello che il comandante del contingente Surovikin ha «inseguito» ordinando un nuovo assetto. Ha ripiegato su linee difensive migliori, ha rimpolpato i ranghi con i riservisti, ha continuato con i bombardamenti sulle città e il fuoco delle artiglierie. Una situazione presentata in modo positivo dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: ci sono stati progressi significativi nella «demilitarizzazione» dell’Ucraina, una delle mete indicate da Putin. Lo stesso leader si è lasciato sfuggire ieri durante un discorso la parola «guerra» auspicandone una fine rapida. È la prima volta che usa questo termine proibito dalla censura e non la definizione ufficiale di «operazione speciale». Forse è stato un errore — suggeriscono gli americani — oppure la semplice constatazione della realtà, con il neo-zar impegnato negli ultimi giorni a insistere sulle prove da affrontare: la caccia a spie e traditori, i problemi della mobilitazione, gli errori compiuti, l’ammodernamento dell’Armata. Tutti temi citati in interventi pubblici...
Nessun commento:
Posta un commento