Dieci mesi di guerra (o di Operazione speciale) in Ucraina hanno dilapidato risorse immani. La Russia ha già sperperato più di 82 miliardi di dollari, bruciando un quarto del suo bilancio federale. Almeno 29 miliardi sono andati in fumo per armare il corpo di spedizione e altri sedici sono evaporati per stipendiarlo. L’Istituto per gli studi sulla guerra stima che ogni singolo battaglione al fronte costi al Cremlino più di 1,2 miliardi al mese. Oggi a combattere in Ucraina ce ne sono più di 180.
Altri soldi sono serviti a risarcire i familiari dei soldati morti (9 miliardi) o feriti (7,7 miliardi). Le armi distrutte fanno salire il conto con altri 21 miliardi a quota 50. Una fattura pesantissima e un futuro che già traballa. Gli equipaggiamenti russi non hanno brillato. Attrarranno meno. Venderli era per Mosca un volano economico, cresciuto dai 3,7 miliardi del 2001 ai 18 dell’anno scorso. Le sanzioni e la mancanza di ricambi, assorbiti dai mezzi al fronte, hanno fatto perdere contratti milionari con l’India e l’Indonesia.
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