Stando a ciò che ha anticipato il quotidiano romano Il messaggero, la nomina di Francesco Giambrone all'Opera di Roma, come successore di Carlo Fuortes, è questione di ore. Il ministro Franceschini - e per lui la sua ombra Salvo Nastasi, la cui attività si è spesso intrecciata con quella dell'attuale sovrintendente palermitano Giambrone - e il sindaco Gualtieri si sarebbero accordati sul suo nome. Anche se, è ancora Il messaggero a rivelarlo, Gualtieri avrebbe voluto una donna, senza dirci il suo nome (ora sembra prevalere la regola 'o donna o niente', o Giambrone).
Giambrone , fratello di Fabio (già parlamentare che in politica ha fatto il giro delle sette chiese, passando dal partito dell'ex pm, Di Pietro, e finendo al PD, ora vicesindaco di Orlando a Palermo) ha dichiarato che lui resterebbe, anzi sarebbe disposto a restare a Palermo, qualora andasse a genio ai nuovi amministratori cittadini (Orlando non può più presentarsi), fingendo di ignorare la trafila dalla quale è passato lui a Palermo, con l'appoggio di suo fratello, politico di professione, e sotto l'ombrello protettivo del sindaco Orlando, del quale è fedelissimo. E cioè che più d'una volta, finito il mandato di Orlando, lui è andato a casa; tornato Orlando è tornato anche lui, prima in Comune come assessore e poi al Massimo, scalzando anche senza ragione - come nel caso di Cognata - il sovrintendente in carica. Insomma un lungo film che si è snodato fra l'essere ' sull' altare e nella polvere' e viceversa.
Ma c'è anche un'altra persona che nella sua vita professionale - al di là di quella accademica, che lo ha visto in molte università, insegnare la materia del management culturale; quasi tutti i sovrintendenti o similari sono passati sulle cattedre universitarie della zona in cui operavano, anche quelli che hanno procurato alle istituzioni che governavano, disastri amministrativi - Giambrone ha incontrato sui suoi passi, e cioè il 'grande & grosso' direttore generale del Ministero culturale, Salvo Nastasi, ministro 'di fatto', che ha comandato nella perenne girandola dei titolari del ministero, quasi sempre digiuni della materia.
Escludendo Palermo, dove la coppia Orlando&Giambrone 1e2, è sempre dietro le quinte, pronta a prendersi la ribalta appena qualcuno la lascia, la vicenda professionale di Giambrone a Firenze, che ha rappresentato prima di quella romana, l'unica trasferta nel continente, ha avuto inizio e fine sempre con Nastasi. Il quale oltre che stare al ministero, ha fatto per conto dei vari ministri, il 'piccione viaggiatore' spedito qui e là a mettere ordine, ogni volta che in qualche 'nido' c'era maretta e scarseggiavano i viveri.
Quando Giambrone sbarca a Firenze, trova ad accoglierlo il commissario Nastasi, mandato a risanare il Teatro del Maggio Fiorentino, dopo la sovrintendenza, evidentemente disastrosa sotto il profilo amministrativo, dello scrittore, della compagnia 'Veltroni & Soci.'.
Passa qualche mese prima che il Commissario torni a Roma da Firenze, perchè i partiti 'spartitori' devono accordarsi secondo il vecchio ma sempre verde adagio: "questo a me, questo a te, e questo - accompagnato con il gesto dell'ombrello - ai fiorentini ed al loro teatro". Vince su tutti la coppia Giambrone ( del partito di Di Pietro) e Arcà ( di quello di Berlusconi). Arrivano a Firenze fra squilli di trombe e rullare di tamburi, anche perché i due vengono da altri incarichi, rispettivamente a Palermo e a Milano, dove alla Scala ce lo ha portato colui del quale per tutta la vita ha fatto il portaborse, Roman Vlad.
A Firenze ci restano qualche anno, in tempo anche per dar modo a Giambrone di assumere una spettacolare iniziativa a favore delle donne, con libro esplicativo, antesignano del Me Too.
I conti, però, evidentemente non tornano e allora lui deve andar via a gambe levate da Firenze, al suo posto sempre Nastasi ci mette l'ing. Francesca Colombo, al cui fianco resta ancora per un pò Arcà, il quale dovrà dimettersi di lì a poco, accampando che 'è interessato ad altre esperienze ', che tradotto vuol dire trasferta non felice a Parma, in coppia con Carlo Fontana con il quale alla Scala aveva lavorato ai tempi di Muti e Vlad ( Fontana ed Arcà a Parma ci resteranno poco, in un passaggio assolutamente inglorioso, dopo di loro, Parma è risorta con l'arrivo della Meo).
Giambrone tornò a Palermo in attesa della rielezione di Orlando da dove è ripresa la sua carriera ai vertici delle istituzioni; nel frattempo non è stato con le mani in mano. Ha insegnato, ha fatto il presidente del Conservatorio palermitano, dove lui ai tempi della formazione non ci ha messo mai piede, perchè invece frequentava le aule di medicina dell'Università.
Ora il mandato di Orlando sta per finire, e poichè non può ripresentarsi, a Giambrone conviene cercare casa altrove. E dove è meglio, se non in un altro comune in cui il Pd è al governo, come Roma?
Gualtieri e Franceschini - ma non sappiamo se ci ha messo bocca anche Bettini (molti retroscena in proposito si sono letti in questi giorni sui giornali), si sarebbero accordati, con l'avallo di Nastasi e Giambrone tornerà a Roma.
In tutto questo via vai non si è però capito se Giambrone è un bravo amministratore o no, sebbene mestiere e trucchi li conosca. Nastasi dovrebbe saperlo e dovrebbe anche spiegarcelo, per averlo prima posto e poi deposto dal Teatro Comunale di Firenze (Palermo è una sorta di paradiso professionale per lui e dunque non può far testo!).
A Roma, qualora sbarcasse all'Opera, la sua attività si incrocerà con quella di un altro che lui, a Palermo, dopo averlo chiamato a collaborare, ha fatto fuori, e cioè Oscar Pizzo, che adesso, fresco sposo di una celebre giornalista tv, Alessandra Sardoni, viaggia sulla 'nuvola' di Fuksas all'EUR, ma spesso fa piovere anche in centro, a Piazza Beniamino Gigli, dove affaccia il Teatro dell'Opera. Ma queste sono quisquilie per un teatrante come Giambrone che da politico navigato, forse quanto o più di suo fratello Fabio politico di professione, sa quando deve parlare ed anhe quando deve star zitto per mandare avanti la carretta che ha scelto di spingere nella sua vita professionale.
Una volta deciso che la medicina non faceva per lui, preferendole lo spettacolo.
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