Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino non è ancora del tutto completato, il 21 dicembre sarà inaugurato il nuovo auditorium, una sala concerti come Firenze, finora, non ha mai avuto. Ma il teatro del Maggio Musicale Fiorentino soffre per la mancanza di spettatori. Il soprintendente Alexander Pereira si è spinto fino a dichiarare "è troppo grande per Firenze". Ma c’è anche chi, in aperta polemica con la sua politica dei prezzi lo accusa invece di aver alzato troppo il prezzo dei biglietti. Anche se per ascoltare i big mondiali della lirica.
In commissione cultura della Camera si è appena conclusa l’audizione di tutti i soprintendenti delle Fondazioni liriche italiane in vista della distribuzione dei 150 milioni di euro stanziati dal governo per risanare i bilanci. Di quella commissione fa parte l’onorevole Rosa Maria Di Giorgi.
Teatro troppo grande per questa città o prezzi dei biglietti troppo alti?
"Abbiamo la fortuna di avere un teatro che deriva dagli investimenti del Giubileo, ora c’è bisogno che funzioni al meglio. E’ una fortuna avere questo teatro, dobbiamo fare di tutto per metterlo a disposizione delle persone".
Quindi non è troppo grande?
"No. Non credo. I teatri più grandi sono meglio è. Dobbiamo trovare il modo per riempirli, creare abitudine alla frequenza e offrire la giusta programmazione. E’ evidente che il pubblico di elite è molto ristretto in città. Se invece le politiche sono per ampliare l’utenza se il teatro è più grande più persone si accostano alla cultura".
Questo è anche un momento particolare.
"Capisco il soprintendente Pereira che si trova a gestire una situazione post covid. Ancora non sono tornate fiducia e tranquillità per andare nei teatri e nei cinema e dobbiamo tenerne conto".
Come tornare a intercettare il pubblico?
"Intanto c’è una differenziazione fra il pubblico del festival e l’utenza normale del teatro. Il festival deve sempre più diventare elemento di attrazione con spettacoli di grido e importanti perchè si deve confrontare con altri festival in Europa e nel mondo. Diversa deve essere la programmazione annuale del teatro che deve invece essere orientata a un pubblico da avvicinare sempre più all’opera e ai concerti. In tutta Italia i soprintendenti stanno lavorando per aprire le porte dei loro teatri alle scuole, alle famiglie, per formare nuovi spettatori, per creare il pubblico di domani. E la politica dei prezzi deve andare in questa direzione".
E il nuovo auditorium?
"Non deve servire solo per la lirica e i concerti, bisognerà offrirlo a tutta la musica, proprio per poterlo utilizzare al massimo e aprire le porte di un luogo di eccellenza a tutta la città".
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