sabato 11 dicembre 2021

Salisburgo. Festival estate 2022, dal 18 luglio al 31 agosto ( www. connessiallopera.it)

 Puntuale come sempre, anche quest’anno il Salzburger Festspiele ha presentato il cartellone per l’estate 2022. La prestigiosa manifestazione, che vede il passaggio di testimone tra Helga Rabl-Stadler, presidente del Festival dal 1995, e Kristina Hammer (che assumerà la carica ufficialmente il 1 gennaio), si svolgerà dal 18 luglio al 31 agosto 2022.

Per le proposte operistiche, si segnala una massiccia presenza di titoli del Novecento. Si inizia con un gustoso dittico, Il castello di Barbablù di Béla Bartók e De temporum fine comoedia di Carl Orff, con la collaudata coppia Teodor Currentzis sul podio e Romeo Castellucci alla regia (fautori a Salisburgo di un contrastato Don Giovanni nel 2021); nel cast, il Barbablù di Mika Kares, la Judith della lituana Ausrine Stundyte, il soprano russo Nadezhda Pavlova. Grande è l’attesa per Il Trittico (Puccini difatti viene raramente messo in scena a Salisburgo – negli annali della centenaria kermesse emergono solamente Tosca nel 1989 con Georges Prêtre e nel 2021 con la coppia Netrebko-Eyvazov, Turandot nel 2002 diretta da Valery Gergiev e finale Berio, La bohème nel 2012 con Daniele Gatti e Manon Lescaut nel 2016), diretto da Franz Welser-Möst e allestito da Christof Loy. Nella compagnia di canto, si segnalano Asmik Grigorian, beniamina del pubblico salisburghese, nei triplici panni di Lauretta, Giorgetta e Suor Angelica, il Gianni Schicchi del baritono georgiano Misha Kiria, il Rinuccio del giovane Alexey Neklyudov, il Michele del russo Roman Burdenko, la Zia Principessa dell’intramontabile Karita Mattila e la Badessa di Hanna Schwarz.

Si procede con uno dei capolavori di Leoš Janáček, Káťa Kabanová, diretto da uno specialista del repertorio ceco come Jakub Hrůša e regia di Barrie Kosky, attuale direttore artistico della Komische Oper Berlin (noto agli spettatori del Festspiele per una pacchiana versione dell’operetta Orphée aux Enfers); sul palcoscenico, la Katěrina di Corinne Winters e la Marfa Ignatěvna Kabanová della magnetica Evelyn Herlitzius. Per una sola recita viene poi eseguito, in forma di concerto, Jakob Lenz di Wolfgang Rihm, diretto da un sensibile interprete di musica contemporanea come il giovane Maxime Pascal.

Non può certo mancare un doveroso omaggio al padrone di casa, Mozart: ecco quindi la riproposta di Die Zauberflöte, nel bell’allestimento circense e variopinto del 2018 di Lydia Steier, per l’occasione ripensato e rimodulato per gli spazi dell’Haus für Mozart; sul podio troviamo Joana Mallwitz, già acclamata al Festspiele in Così fan tutte; protagonisti Mauro Peter (Tamino, come già nel 2018), Regula Mühleman (Pamina), Tareq Nazmi (Sarastro) e Brenda Rae in alternanza con Jasmin Delfs (Königin der Nacht).

Ampio spazio viene, infine, dato al melodramma italiano. Dal Festival del 2017 proviene la produzione di Aida a firma dell’artista iraniana Shirin Neshat. All’epoca si esibirono Riccardo Muti, Anna Netrebko e Francesco Meli (entrambi debuttanti nel ruolo), Ekaterina Semenchuk; nel 2022 troveremo Elena Stikhina, Piotr Beczala, Anita Rachvelishvili, Luca Salsi ed Erwin Schrott diretti da Alain Altinoglu, attuale direttore musicale del Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles. Lisette Oropesa, Benjamin Bernheim e Ludovic Tézier saranno protagonisti di un’unica recita, in forma di concerto, di Lucia di Lammermoor; sul podio della Mozarteum Orchestra Salzburg, l’italiano Daniele Rustioni. Pure per il 2022, la regina di Salisburgo, Cecilia Bartoli, presenta il titolo da lei cantato durante la sezione di Pentecoste del Festspiele: questa volta la scelta è ricaduta sul Rossini buffo de Il barbiere di Siviglia, allestito dal collega Rolando Villazón, diretto da Gianluca Capuano (oramai stretto collaboratore dell’italiana a Salisburgo) e con una pregevole compagnia di canto (Nicola Alaimo, Edgardo Rocha, Alessandro Corbelli e Ildar Abdrazakov).

Ugualmente varia è l’offerta concertistica. Cinque le serate con i Wiener Philarmoniker: il decano della musica tedesca, Christian Thielemann, e l’affascinante mezzosoprano Elīna Garanča eseguiranno musiche di Brahms e Bruckner; il talentuoso Andris Nelsons e il pianista Yefim Bronfman si cimenteranno con Bartók e Mahler; Riccardo Muti e Ildar Abdrazakov proporranno brani di Čajkovskij, Liszt e Boito; Daniel Barenboim dirigerà il secondo atto di Samson et Dalila e il secondo atto di Parsifal, protagonisti Elīna Garanča, Brandon Jovanovich e Michael Volle; Esa-Pekka Salonen e la sensuale pianista Yuja Wang si metteranno alla prova con Wagner e Messiaen. Tra gli eventi del palinsesto Ouverture spirituelle, incentrato per questa edizione sul tema “Sacrificium”, menzioniamo almeno John Eliot Gardiner con i suoi Monteverdi Choir e gli English Baroque Soloists (in programma, Giacomo Carissimi, Domenico Scarlatti e Heinrich Schütz); l’oratorio Jeanne d’Arc au bûcher di Arthur Honegger, con la SWR Symphonieorchester diretta da Maxime Pascal e, nel cast, l’attrice Isabelle Huppert e i soprani Elena Tsallagova e Mélissa Petit; il Messiah di Händel con Jordi Savall e la La Capella Reial de Cataluny. Numerose saranno, poi, le serate con prestigiose orchestre ospiti: citiamo, quantomeno, la Gustav Mahler Jugendorchester diretta dal novantaquattrenne Herbert Blomstedt, sui leggii Schubert e Sibelius; due concerti con i Berliner Philarmoniker e Kirill Petrenko; la Pittsburgh Symphony Orchestra con Manfred Honeck e la celebre violinista Anne-Sophie Mutter, che eseguiranno musiche di Ligeti, Beethoven e Mahler.

Tra gli undici recital solistici, spiccano nomi del calibro dei pianisti Daniil Trifonov, Evgeny Kissin, Grigory Sokolov, Maurizio Pollini, Fazil Say e della violinista Patricia Kopatchinskaja. Due le serate di canto lirico: il mezzosoprano italofrancese Lea Desandre, accompagnata dall’Ensemble Jupiter, si cimenterà con composizioni di Monteverdi, Frescobaldi, Merula e Händel; Juan Diego Flórez e la Sinfonía por el Perú Youth Orchestra proporranno musiche e arie (fra gli altri) di Rossini, Donizetti, Bellini e de Falla. Quattro le Liederabende, con solisti d’eccezione (il soprano Julia Kleiter con il baritono Christian Gerhaher, il baritono Matthias Goerne, il tenore Jonas Kaufmann e il soprano Diana Damrau); tra i Mozart Matinees, si segnalano notevoli bacchette mozartiane come Riccardo Minasi, Ádám Fischer con il soprano Julia Lezhneva, Joana Mallwitz e Ivor Bolton.
Per quanto concerne, infine, la prosa, oltre alle immancabili 14 recite di Jedermann di Hugo von Hofmannsthal nella Domplatz, ricordiamo la prima mondiale di Iphigenia tratta da testi di Euripide, Racine e Goethe in un adattamento di Joanna Bednarczyk; Ingolstadt di Marieluise Fleißer; Reigen da Arthur Schnitzler.

Ulteriori informazioni: www.salzburgerfestspiele.at

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A Salisburgo c'è anche un direttore artistico, che il sito italiano 'connessiallopera.it' non cita neanche una volta. e neppure di passaggio

Artistic Director
Markus Hinterhäuser
Tel. +43 662 8045 - 200
Fax +43 662 8045 - 720
m.hinterhaeuser@salzburgfestival.at

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Kristina Hammer. 

Chi è la nuova presidente del Festival di Salisburgo

Nata nella Svizzera tedesca, con studi giuridici e aziendali a Mainz e dottorato in diritto commerciale europeo all’Università di Vienna alle spalle, l’imprenditrice Kristina Hammer ha fondato oltre dieci anni a Zurigo fa la HammerSolutions, società di consulenza strategica specializzata nella costruzione e nel riposizionamento di marchi e nella progettazione di strategie di comunicazione esterna e interna. In precedenza, ha accumulato una lunga esperienza in posizioni di gestione operativa in Germania, Inghilterra e Austria. Oltre all’attività manageriale, è docente a contratto all'Università di San Gallo e al Politecnico di Zurigo. Dal 2019 è anche membro del consiglio degli Amici dell’Opera di Zurigo, dove è responsabile del marketing e della comunicazione. Ogni anno con la sua azienda sponsorizza un giovane partecipante all’International Opera Studio Zurich.

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