Il campione Francesco Giambrone, allevato a pane e politica, lascia Palermo - dove il suo sponsor Orlando non può ricandidarsi ( e perciò anche lui sloggia nel timore di essere cacciato) - e si insedia all'Opera di Roma. A breve la firma del decreto da parte di Franceschini che, immaginiamo, sarà sollecito, anche per intervento diretto oltre che di Gualtieri, anche di Orlando e di Fabio Giambrone, fratello del nostro, vice di Orlando a Palermo e passato, nell'ultima giostra politica, al PD, e forse nella stessa 'casa' di Franceschini.
Di lui, neo sovrintendente a Roma, non sapremo mai se sa ben amministrare o no, perché, al di là dell'aria di intellettuale che vuol dare di sé, ha sempre amministrato sotto lo scudo protettivo della politica. Lui non ha mai fatto il sovrintendente quando al Comune c'era un sindaco di diverso orientamento politico da lui, e da suo fratello vedi Firenze), oltre che di Orlando a Palermo.
Anzi tutte le volte che Orlando ha governato, e a più riprese, ha scalzato il sovrintendente suo predecessore - accusandolo di cattiva amministrazione - per mettercisi lui. L'ultima volta è accaduto con il prof. Cognata che aveva 'risanato' il Massimo, e che lui fece andar via, suscitando le ire di tutta la stampa italiana d'accordo nell'accreditare la buona amministrazione di Cognata, attestata anche dalla Corte dei Conti. Ma Giambrone e Orlando - cosa ancora più grave - se ne fregarono.
Giambrone aveva un contratto al Massimo fino al 2024, ma andando via Orlando e temendo di essere ripagato con la stessa moneta con la quale lui ripagò il suo predecessore, Cognata, onde evitare di essere mandato via, se ne è andato anzitempo.
Adesso si pone il problema di Palermo. Chi gli succederà? Diversamente da quanto è accaduto a Roma, dove si è attesa la elezione del nuovo sindaco, Gualtieri per la nomina del Sovrintendente ( la Destra sperava di vincere e quindi ha fatto pressione perché il successore non venisse eletto dalla sindaca uscente, Raggi), a Palermo, Orlando intende procedere a breve alla nomina del successore del suo 'portaborse' Giambrone.
E si fa il nome di Marco Betta, compositore di professione, palermitano, ora direttore artistico del Massimo, che non ha mai fatto prima il sovrintendente.
Sapete come andrà a finire? Finirà che dopo la nomina di Betta, se cambierà il colore dell'amministrazione comunale alle prossime elezioni di primavera, il nuovo sindaco vorrà metterci persona di sua fiducia, se incapace o inesperto poco importa perchè garantirà lui (come ha sempre fatto Orlando per Giambrone), e quindi farà dimettere Betta.
Forse solo allora si scoprirà, nella tradizione della migliore sceneggiatura e sceneggiata, che Giambrone di casini amministrativi ne ha fatti e di buchi finanziari ne ha lasciati consistenti nelle casse del tormentato Teatro Massimo.( P.A.)
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