Il suono è sporco, graffiante. Imperfetto. Ascoltare la musica di Steve Reich e Philip Glass suonata con gli strumenti originali, quattro organi elettrici e maracas: “Strumenti tremendi, scomodi, fragili - spiega Carlo Boccadoro, pianista, compositore e musicologo italiano – qualcuno li trova meravigliosi, altri ci hanno scritto insultandoci. Un’esperienza che provoca reazioni estreme: irripetibile”.
Stasera, sabato 11 dicembre alle 21.30, andrà in scena “Extreme Minimalism” in co-produzione con la Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse e Forevergreen, nella Sala Agorà del Teatro della Tosse, con l’Ensemble Sentieri Selvaggi. Un progetto “nato un anno fa – racconta Boccadoro - tra i nostri collaboratori c’è Giovanni Mancuso, e lui a Venezia conserva le tastiere elettriche degli anni Settanta per cui queste musiche sono state scritte: è la prima volta che viene eseguita musica contemporanea su strumenti originali. Avevano un suono aspro, aggressivo, con stonature, tutti elementi che rendevano la musica ancora più incandescente. I difetti sono una cosa bella: fanno capire l’impatto rivoluzionario di questa musica”. E dunque, come archeologi musicali l’Ensemble Sentieri Selvaggi – composto da Valentina Messa, Giovanni Mancuso, Carlo Boccadoro, Andrea Rebaudengo agli organi elettrici, Piercarlo Sacco al violino, Mirco Ghirardini alle maracas – eseguiranno capolavori come Four Organs di Steve Reich e altri brani dei padri di questa musica che apparve nella New York degli anni ‘60 in semi-clandestinità culturale.
Prima del concerto, alle 19 alla Claque, si terrà la presentazione di “Non tocchiamo questo tasto. Musica classica e mondo queer” di Luca Ciammarughi, pianista concertista, scrittore e conduttore radiofonico, edito da Curci per la collana “Correnti” diretta da Carlo Boccadoro. Un racconto che risponde alla domanda: perché dovrebbe interessarci l’orientamento sessuale di un compositore? “Questo tema che in Italia è da sempre messo sotto al tappeto – spiega Ciammarughi - mentre in letteratura e arte figurativa il rapporto tra mondo omosessuale e creazione artistica è stato affrontato, nella classica c’è sempre stata reticenza a parlarne. Lo scopo del libro non è fare del gossip: non è un libro pruriginoso per portare alla luce il privato dei compositori. Ma cerca di capire come il vissuto erotico e anche desideri, paure, censure che questi compositori hanno subìto può aver influenzato la loro creatività”. L’indagine ripercorre la storia dal Seicento al Novecento, quando in parte il fatto di essere un musicista apertamente gay viene sdoganato, a partire dai moti di Stonewall nel ’69. “Ma in alcuni Paesi non è così – sottolinea Ciammarughi - Polonia e Russia, su Chopin e Tchaikovsky tendono ancora a nascondere questo aspetto di quelli che considerano i loro eroi nazionali”.
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