mercoledì 22 dicembre 2021

Inaugurato il nuovo Auditorium di Firenze. L'architetto Paolo Desideri è stato più previdente e lungimirante di Renzo Piano a Roma

 Ieri sera con un concerto alla presenza del Capo dello Stato - applaudito alla stessa maniera di Milano, in occasione della inaugurazione di stagione alla Scala - è stata inaugurata la nuova sala da concerto (1100 posti), intitolata a Zubin Mehta, nel complesso del Maggio Musicale Fiorentino, il cui Teatro (posti 1900) è stato inaugurato giusto dieci anni fa.

 In questa occasione sono arrivati al Maggio Fiorentino  nuove donazioni da parte di privati, con la specifica intenzionalità di sostenere il diffondersi della musica. Felice il sovrintendente Pereira che a fine anno potrà contare su oltre 7 milioni di sponsorizzazioni e contributi vari, oltre il finanziamento dello Stato.

Esattamente vent'anni fa, con l'inaugurazione della sala 'Santa Cecilia' del complesso dell'Auditorium di Roma, progettato da Renzo Piano, si completava nella Capitale una delle rarissime strutture musicali costruite in Italia negli ultimi decenni.

 Del nuovo Auditorium fiorentino si dice che ha un'acustica meravigliosa;  e si dice anche che, a differenza di quello che Piano aveva fatto a Roma, la sala fiorentina può trasformarsi in una piccola, sala teatrale, più adatta di quella grande a particolari rappresentazione: teatro barocco, opera contemporanea ecc...

Nelle due sale progettate da Piano, di dimensioni ridotte rispetto alla grande, ciò non è possibile, perché in nessuna delle due è stato previsto un possibile utilizzo come piccole sale teatrali. Non v'è spazio per la buca d'orchestra, non c'è spazio dell'orchestra che possa trasformarsi in palcoscenico teatrale. E' stato un grave  errore di progettazione da parte di Piano, giustamente rimproveratogli, soprattutto se consideriamo che in questi vent'anni di attività molto spesso l'Accademia ha presentato opere di diverse epoche e stili senza avere la possibilità di usufruire di uno spazio musicale adatto ad una rappresentazione.  A Firenze questo sarà possibile. E  chi ci dice che a Firenze  non si sia fatto tesoro degli errori romani? 

 Consentiteci due  annotazioni più di cronaca se volete. Innanzitutto la giovane compagna del sovrintendente Pereira, stilista di professione, potrebbe aver scambiato la serata inaugurale con una sfilata in passerella, a giudicare del suo vestito rosso fuoco con scollatura vertiginosa, troppo generosa quanto fuori luogo. 

E poi ci è parso di notare che il Presidente, ed anche sua figlia, nel salutare le autorità presenti, prima fra tutte la Presidente del Senato, nei suoi confronti ci sono parsi particolarmente freddi e distratti. Ma forse è stata una nostra impressione e basta.

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