Canzoni e Alzheimer, un binomio perfetto. Il progetto sperimentale a cura dell’Unione Musicisti e Artisti Italiani presso la struttura del CTO Ospedale dei Colli di Napoli, realizzato con il sostegno della Fondazione Banco di Napoli e la supervisione scientifica del neurologo Bruno Ronga, si prepara a mostrare i risultati raggiunti con i pazienti affetti da Alzheimer durante i 3 mesi di laboratorio di canto corale con il contributo di musicisti e psicoterapeuti: il teatro Salvo D’Acquisto di Napoli ha ospitato il concerto “Coral…mente”. Sul palco tutti i pazienti si esibiscono in un repertorio di canzoni classiche napoletane insieme ai musicisti Alessandro Tumolillo, Romeo Barbaro, Giuseppe Schirone, il tenore Mario Luciano Alboreto Greco e il mezzosoprano Anna Berarda Minutolo. Voce recitante Nino Orfeo. La malattia di Alzheimer (AD) rappresenta la principale patologia neurodegenerativa per peso epidemiologico, in quanto si ritiene che attualmente in Italia ne siano colpite non meno di 900.000-1.000.000 di persone.
“La musica (le canzoni) e il coro diventano uno strumento ‘riabilitativo’ per i soggetti affetti da decadimento cognitivo al fine di favorire la socializzazione e la modificazione dello stato umorale della persona. Fondamentale infatti è la capacità del CORO di generare il senso del “ruolo” permettendo cambiamenti quali l’accrescimento dell’autostima e della considerazione di sè stessi. Inoltre la riattivazione della memoria musicale ed emozionale, favorisce l’espressione e la condivisione dei propri vissuti emotivi e dei ricordi autobiografici emersi grazie alla stimolazione sonora/musicale. Il percorso facilita i pazienti ad un viaggio di ri-orientamento e di consolidando delle relazioni sociali, che risultano spesso rarefatte o addirittura assenti”, ha spiegato il professore Bruno Ronga, neurologo del CTO di Napoli e responsabile scientifico del progetto di Musica e Alzheimer. Da settembre, nell’aula magna del CTO, ogni giovedì si sono incontrati ben 14 persone affette da Alzheimer (di grado lieve moderato) e i loro caregiver insieme ai musicisti Giuseppe Schirone e Romeo Barbaro per poter cantare e suonare insieme.
“A differenza della musicoterapia questo progetto, che è totalmente gratuito, ha due punti di forza: insegnare a cantare in coro, quindi prepararsi anche a casa con l’aiuto dei caregiver (così facendo il paziente possiede un fine che è quello di prepararsi all’incontro) e inoltre dare al paziente un obiettivo, quello legato alla “finalizzazione” del lavoro. Prevediamo, dopo il successo dell’iniziativa, sviluppi futuri del progetto che sono ancora in fase di organizzazione”, spiega Franco Branco, presidente di Unione Musicisti e Artisti Italiani.
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