giovedì 16 dicembre 2021

Fratelli d'Italia interessata alla danza. Ma quale? Quella delle poltrone

 Ha commentato il discorso di Roberto Bolle alla Camera dei Deputati sulla situazione della danza in Italia, un esponente FdI, Mollicone. Tanto per intenderci, l'esponente meloniano che quand'era alla Commissione 'cultura' del Campidoglio, in epoca Alemanno, votò contro la cittadinanza onoraria a Riccardo Muti. Il quale, informato, commentò a sua volta: 'io a Roma conosco solo Morricone'.

Mollicone, facendo da spalla alla Meloni che dopo il passaggio di Fuortes in Rai, fece sentire la sua voce: il successore di Fuortes non può nominarlo la Raggi, ma il nuovo sindaco,  sconfitto alle elezioni, , ha dato mandato a Gualtieri per la nomina. E buon per noi, perché sicuramente FdI avrebbe nominato all'Opera di Roma un perfetto sconosciuto e non certo all'altezza - FdI non ha relazioni con il mondo della cultura! - come del resto ha fatto nell'unico caso in cui ha imposto un suo affiliato, Colabianchi, iscritto al partito dai tempi di Almirante, al Teatro Comunale di Cagliari, amministrazzione 'di destra' dove ora ha debuttato il grande(?????) direttore Beatrice V.(ci siamo  ripromessi da tempo di non fare più il suo nome per non procurarle pubblicità immeritata), che Meloni ha provveduto a premiare ad Atreju - che , per chi  si intende, vale come un Nobel.

 Ora Mollicone è tornato a parlare per dire due sciocchezze di seguito.

 La prima : candidare Bolle alla sovrintendenza della Scala, come se fare il sovrintendente sia un lavoro che tutti sanno e posono fare, anche una étoile della danza. Bolle che, giustamente, rivendica una maggiore attenzione - concreta! - nei riguardi della danza in Italia, forse non sa nulla nè di melodramma né di musica sinfonica, e meno ancora sa di amministrazione di un grande teatro come la Scala,  e perciò chissà quanti disastri procurerebbe alla Scala, salvando il balletto.

 Seconda sciocchezza, appendice della prima: Roberto Bolle alla Scala, anche dare un taglio ai troppi sovrintendenti stranieri ingaggiati in Italia. Alla Scala tre di seguito: Lissner, Pereira, Meyer; ed oggi a Bologna Pereira, e a Napoli Lissner.

 Si potrebbe dire - come anche noi abbiamo spesso detto che, in Italia è accaduto anche che un 'tizio qualunque' o 'poco di più' arrivato ad un incarico di prestigio senza che ne avesse le qualità professionali, ma solo per congiunture nefaste a lui favorevoli, proprio in nome di quell'incarico rubato ad altri, viene candidato ad altri incarichi di prestigio. 

Vero, ma certamente non è il caso dei sovrintendenti che abbiamo appena nominato che sono professionisti, con prestigio ed esperienza guadagnati all'estero, prima di essere nominati in Italia, all'Opéra di Parigi, a quella di Vienna o Zurigo, o al festival di Salisburgo.

 Incarichi tutti inferiori per prestigio a quelli occupati finora dal nostro Mollicone, o 'della vergogna'.

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