Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi, associato di Igiene Generale e Applicata dell'Università degli Studi di Milano e membro anche del Cts lombardo, cosa pensa di questa «psicosi» da tamponi?
«Se da un lato è vero che le indicazioni del mondo scientifico erano se hai un parente fragile, prima di Natale fai un tampone, si sono tradotte in uso esagerato del ricorso al test con il risultato che i meccanismi di tracciamento sono andati in crisi e la situazione sta diventando allarmante».
Al momento quello che si è potuto osservare è che la variante Omicron sembra essere molto più contagiosa, ma anche molto meno patogena della Delta...
«Si è vero, tanto che i vaccinati stanno sostanzialmente bene, se si contagiano sono asintomatici, ma il rischio con questi positivi è che ci troveremo a breve tutti in quarantena. Per i vaccinati però si potrebbero modificare le regole dell'isolamento».
In che modo?
«Eliminando il tampone di fine quarantena per esempio».
È vero anche che se l'anno scorso gli italiani facevano di tutto per evitare il tampone, ora che sono diventati coscienziosi e li fanno, viene detto loro che sono in preda all'isteria collettiva...
«Sì, ma è anche vero che dopo il tampone di Natale, fatto solo per sentirsi liberi di andare a festeggiare, adesso aspettiamo il giro del tampone di Capodanno. È chiaro però che l'esecuzione di così tanti test rischia di far collassare il sistema e di mandare in quarantena tutto il Paese».
Dall'altra parte abbiamo assistito in queste ultime settimane a un'esplosione di casi nelle scuole elementari.
«Sicuramente il virus sta attaccando la fascia non immunizzata e la Delta, e ancora di più la variante Omicron, colpiscono maggiormente i bambini. Ma c'è anche un problema nel come si utilizzano i tamponi...»
In che senso?
«I tamponi antigenici 'fai da te' danno il 30 per cento di falsi negativi, soprattutto se si fanno da asintomatici, quelli fatti in farmacia hanno un minor margine di errore perché vengono eseguiti in modo professionale. Poi c'è il tema dell'intervallo di tempo in cui ci si sottopone a test dopo un contatto. Quello che intendo è che il tampone viene usato come un lasciapassare per andare in vacanza, ma non dovrebbe essere così».
Lei ha previsto un picco di contagi, fino a 100mila al giorno da metà gennaio, al rientro a scuola e dalle vacanze.
«Sarà devastante, e il sistema rischia di collassare, a fronte del fatto che anche i vaccinati si reinfettano».
Come si argina il contagio?
«Credo che andrebbero modificate le regole per le quarantena per i vaccinati e alzate le restrizioni, anche se temo che i cittadini non lo accetterebbero, ma più cerchiamo di contenere la diffusione del contagio, prima arginiamo questa ondata».
Che previsioni fa?
«Qui rischiamo di finire tutti in lockdown e di paralizzare il Paese. L'altra strada potrebbe essere sottoporre a tamponi solo i sintomatici, ma per fare questo abbiamo bisogno di 2/3 mesi per monitorare la nuova variante. Oppure come è stato fatto in Germania con i risultati che abbiamo visto, pensare a lockdown per i non vaccinati e un sistema di chiusure chirurgiche per le classi delle elementari».
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