Il cambiamento climatico non è l'unica cosa che minaccia l'umanità: ci sono anche gli armamenti". Lo dice il Nobel Giorgio Parisi nell'evento "Quark e glaciazioni. Conversando sul semplice e sul complesso" al Palazzo delle Esposizioni di Roma, ricordando i due appelli che ha da poco firmato insieme ad altri premi Nobel per chiedere ai Paesi del mondo di ridurre le spese militari e agli Stati Uniti di cambiare la propria politica sulle armi nucleari.
Insieme ad altri 49 Nobel e "a una quindicina di presidenti di Accademie, abbiamo firmato una lettera in cui si chiedeva a tutti i Paesi di diminuire del 2% l'anno per cinque anni le spese per gli armamenti. Questo sarebbe molto importante perché si libererebbero risorse utilizzabili in maniera diversa", spiega Parisi. L'altra iniziativa, portata avanti insieme a una sessantina di membri della National Accademy of Sciences, compresi 21 premi Nobel, è "una lettera al presidente Biden in cui chiediamo una serie di cambiamenti sulla dottrina delle armi nucleari, ad esempio che gli americani dichiarino che non le useranno mai per primi, e altre proposte di altro tipo, come di rinunciare all'aggiornamento di certi sistemi nucleari", ricorda Parisi. Consapevole del fatto che "la popolazione al momento non è sensibile sul tema delle spese militari e dei vantaggi che si potrebbero avere nel ridurle", Parisi è comunque fiducioso per l'appello rivolto al presidente Usa. "La lettera della National Accademy of Sciences contiene proposte che all'inizio stavano nell'agenda di Biden e che sono state un po' dimenticate e potrebbero rientrare: quello forse potrebbe avere maggiore successo". (ANSA).
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