mercoledì 24 novembre 2021

Fuortes limita le partecipazioni esterne dei giornalisti Rai. L'UsigRai protesta

 


 

Un tentativo di «comprimere le libertà personali» con restrizioni «non ricevibili e non applicabili», denunciano i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico, pronti a ricorrere agli avvocati «per ristabilire il valore dei principi costituzionali, legali, contrattuali e deontologici della nostra professione».

«Nonostante le numerose emergenze da affrontare per lo sviluppo e il rilancio della Rai, il nuovo vertice trova tempo per tentare di comprimere le libertà personali dei propri dipendenti». È quanto denuncia l'Esecutivo Usigrai che, in una nota, spiega: «Lo fa con una circolare assolutamente inaccettabile firmata dall'amministratore delegato che vorrebbe limitare la partecipazione dei dipendenti a convegni, presentazioni di libri e qualunque altra attività esterna a un massimo di 10 l'anno e comunque non più di 2 al mese».

Tenuto conto che si tratta di attività svolte comunque fuori dall'orario di lavoro, «è incomprensibile – incalza l'Usigrai – come l'azienda possa pensare di comprimere la libertà e il tempo libero dei propri dipendenti. La Rai di queste settimane, i cui vertici non hanno brillato per indipendenza e autonomia, appare ora come un'azienda che non comprende come la partecipazione qualificata dei propri dipendenti ad eventi esterni porti benefici in termini di credibilità e di reputazione alla Rai Servizio Pubblico».

I rappresentanti dei giornalisti Rai ricordano quindi che «sistemi di autorizzazione e valutazione delle richieste di partecipazioni esterne alla Rai ci sono da sempre. Ulteriori restrizioni – incalzano – sono considerate dall'Usigrai non ricevibili e non applicabili».

«Per garantire a tutte le giornaliste e i giornalisti la possibilità di espletare con serenità e senso di rispetto per tutti i cittadini la propria funzione giornalistica – conclude l'Usigrai – chiederemo loro di continuare ad inoltrare alla Rai le richieste di autorizzazione anche oltre i limiti stabiliti dalla predetta Circolare. In caso di diniego, i nostri avvocati saranno a disposizione di tutte le colleghe e i colleghi per ristabilire il valore dei principi costituzionali, legali, contrattuali e deontologici, della nostra professione».


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