L'altro ieri, al termine del programma TAGADA', condotto da Tiziana Panella su La 7, si è materializzato in studio Giovanni Allevi, preludio al documentario di argomento musicale, sulle due grandi dive del canto del secolo scorso, trasmesso subito dopo per il segmento ' TAGADA' Doc'.
Di Giovanni Allevi, al cui cospetto Tiziana Panella ed Orsingher erano letteralmente 'estasiati', andiamo da tempo dicendo che non riusciamo a deciderci se 'ci è o ci fa', nel ruolo del folletto ricccioluto; e che della sua musica non ci ha mai interessato come non ci ha interessato veramente neanche una delle sue imprese musicali.
Ma l'altro ieri abbiamo capito che Allevi 'ci fa', e lo fa così bene da far credere che lo sia, fino a crederci egli stesso.
Allevi, da attore consumato, si fa venire i brividi quando la Panella dice una cosa ovvia; racconta della sua estasi, di fronte ad un'estasi artistica, quella di S. Teresa del Bernini, da 'sindrome di Stendhal' ed altre amenità, fino a quando ascoltando un suo brano, 'Estasi' appunto, fa esattamente tutte le mossette che si vedono ogni giorno da soubrettes e sgallettate quando ascoltano musichette nei talk show.
Ma a noi, qui, interessa il documentario sulla rivalità Callas-Tebaldi. E, in special modo, la storia della Callas come quel documentario francese, e di molti anni fa (c'era anche Segalini, e a Muti fanno dire due banalità), la racconta. In realtà dà molto spazio alla vita della celebre interprete, tanto che fa parlare a lungo una delle sue amiche Giovanna Lomazzi, sempre chic, che anche noi conosciamo, e alla quale ai tempi di Piano Time, chiedemmo proprio sulla Callas un ricordo.
Ciò che però quel documentario non dice, ma che avrebbe dovuto dire, e per questo del documentario è la perfetta negazione, è che all'inizio della fortuna della cantante ci fu una coppia di grandi personalità del mondo musicale italiano: Francesco Siciliani, allora al Maggio Fiorentino e il direttore d'orchestra Tullio Serafin. Furono loro a scoprirne le potenzialità e ad avviarla per la strada giusta. Quell'inutile documentario neppure li nomina en passant.
Per questo, nonostante che la storia l'abbiamo raccontata anche noi e forse anche su questo blog, abbiamo riprodotto nel post precedente l'articolo di un autorevole cronista, Vittorio Emiliani.
A noi la raccontò la prima volta Francesco Siciliani, nel corso di una intervista per il mensile di musica Banchetto musicale, verso la fine degli anni Settanta del millennio passato, in occasione di un omaggio a Maria Callas.
Ma siccome quella testimonianza è difficile reperirla, siamo ricorsi a Emiliani.
Andate a rileggerla, vi farà bene.
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