E’ stata presentata all’Hotel Palazzo a Livorno, proprio sul lungomare davanti la Terrazza intitolata a Pietro Mascagni, la nuova produzione ed il cast de “Il piccolo Marat”, l’opera lirica del compositore livornese di cui quest’anno ricorrono i 100 anni dalla sua prima rappresentazione (Roma, Teatro Costanzi, 2 maggio 1921).
Titolo della maturità artistica di Mascagni, “Il piccolo Marat” andrà in scena al Teatro Goldoni il 10 dicembre (ore 20.30) e il 12 dicembre (ore 16), nel nuovo allestimento della Fondazione Goldoni con la direzione d’orchestra di Mario Menicagli, sul podio dell’Orchestra della Toscana, la regia di Sarah Schinasi, scene e costumi di William Orlandi.
Il piccolo Marat, opera in tre atti di Pietro Mascagni su libretto di Giovacchino Forzano, ha cento anni: la prima rappresentazione, avvenuta il 2 maggio 1921 al Teatro Costanzi di Roma, fu salutata da un enorme successo di pubblico, addirittura superiore a quello colto quasi trent’anni prima nello stesso Teatro dal giovanissimo compositore livornese con Cavalleria rusticana. Trionfale il giro che ne seguì nei teatri in Italia ed all’estero, con oltre 90 produzioni negli anni ’20 ed ancora titolo acclamato e molto rappresentato negli anni successivi, per scomparire progressivamente dai palcoscenici nel secondo dopoguerra.
Riproporlo oggi, nella città natale di Pietro Mascagni, con una nuova produzione ed un nuovo allestimento curato dalla Fondazione Teatro Goldoni di Livorno in occasione del centenario di quella trionfale première, non ha il sapore della riscoperta e della curiosità musicale fine a se stessa: è un atto alla conoscenza e valorizzazione di un compositore che per oltre 40 anni, dal finire dell’800 in poi, ha saputo con il suo Teatro e le sue capacità di direttore d’orchestra, scrivere pagine nuove nel modo di concepire ed eseguire il Teatro d’opera in Italia e nel mondo.
Questa edizione del centenario segna una nuova tappa nella ricognizione effettuata nel tempo dal Teatro di Tradizione livornese, che ha saputo cogliere queste ricorrenze per proporre nuovi allestimenti per evidenziare la vitalità e l’interesse verso un Teatro quale quello mascagnano che meritava, e merita tutt’oggi, di essere conosciuto nella sua interezza.
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